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Azioni USA, valutazioni tirate ma c’è spazio per un rialzo

31 Luglio 2015 13:44
financialounge -  consumi David Stubbs Federal Reserve J.P. Morgan Asset Management mercati azionari petrolio Stephanie Flanders tassi di interesse trimestrali USA
Se si analizza il comportamento di Wall Street nella prima parte dell’anno si può constatare come il mercato azionario USA abbia sofferto gli effetti negativi del rafforzamento del dollaro e degli impatti derivanti dai più bassi profitti del settore dell’energia (uno dei più dinamici in termini di investimenti negli ultimi due anni), ma senza beneficiare in modo significativo, come accaduto nelle precedenti riprese economiche, dei maggiori consumi interni: i prezzi più bassi della benzina, infatti, sembrano aver stimolato una maggiore predisposizione al risparmio da parte delle famiglie americane.
Le quotazioni del greggio e la contrazione dei profitti derivanti dalle attività all’estero hanno così inciso negativamente sulla crescita degli utili societari nel primo trimestre del 2015 e, in base ai primi dati già pubblicati, anche in quelli del secondo.

Per alcuni osservatori, questi movimenti negativi di breve periodo tenderanno a ridursi (se non, addirittura, a sparire) nei prossimi mesi, ma molti investitori esposti al mercato azionario americano sono scettici sui guadagni futuri, puntando il dito sulle valutazioni elevate come segnale di un’imminente correzione.
“Certamente le attuali valutazioni delle azioni statunitensi sono leggermente al di sopra della media di lungo periodo, ma possono restare sopra la loro media anche per un periodo prolungato di tempo” sottolinea David Stubbs, Global Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management per il quale la mossa della Fed, che sembrerebbe pronta a rialzare i tassi dopo nove anni, dovrebbe essere interpretata come la conferma che l’economia è più solida e, al contempo, disegna uno scenario nel quale le corporation USA possono puntare a superare gli obiettivi sugli utili e sospingere al rialzo i mercati.

D’altra parte concentrarsi solo sulle valutazioni può rivelarsi un metodo lacunoso per prevedere un mercato ribassista. Analizzando le 10 fase di mercato in ribasso negli Stati Uniti dal 1926, le maggiori correzioni sono state tendenzialmente esterne al mercato azionario, come ad esempio le recessioni, le guerre e le bolle del credito.
Se si confronta l’attuale contesto economico con quello storico, emerge che la crescita dell’economia statunitense, dopo il rallentamento del primo trimestre di quest’anno, è in salute, il mercato del lavoro continua a migliorare, le famiglie hanno maggiori disponibilità economiche e l’inflazione è bassa e sotto controllo. Come dire, insomma, che, nel breve periodo, non emergono fattori di rilievo che inducono a prospettare una fase ribassista di Wall Street.

“È ovvio che le valutazioni sono importanti per gli investitori perché se si riesce a comperare in Borsa quando i prezzi sono a forte sconto o piuttosto economici aumentano le probabilità di alti guadagni in futuro. Tuttavia, proprio questa riflessione dovrebbe far comprendere un messaggio più ampio per gli investitori se si guarda al secondo semestre del 2015 e oltre: è necessario diversificare di più e attendersi di meno in termini di rendimento” conclude Stephanie Flanders, Chief Market Strategist per l’Europa di J.P. Morgan Asset Management.

Insomma, come dire, a Wall Street le valutazioni sono tirate, ma c’è spazio per un rialzo sebbene gli investitori farebbero bene a non attendersi troppo in termini di guadagni a breve.
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