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David Stubbs

Azioni Europa, adesso serve un’economia vivace e profitti solidi

29 Luglio 2015 16:24
financialounge -  David Stubbs Europa J.P. Morgan Asset Management mercati azionari Stephanie Flanders
Non succede spesso ma stavolta è andata proprio come previsto. All’inizio di quest’anno vi era una convergenza di opinioni circa l’azionario Europa: la stragrande maggioranza di analisti, asset manager e consulenti finanziari concordavano nel raccomandare un sovrappeso in portafoglio per l’equity europeo rispetto a Wall Street. E, infatti, dal primo gennaio al 24 luglio scorso, l’indice Eurostoxx, rappresentativo delle Borse della zona euro, segnava un +16,27% e lo Stoxx 600, che invece riflette l’andamento di tutti i listini europei, mostrava un +15,21% mentre l’S&P500 di Wall Street evidenziava un -1,43% (che diventava un +8,4% in euro considerando la rivalutazione del dollaro rispetto alla divisa unica).

Certo, chi ha investito in azioni e fondi del Vecchio Continente ha dovuto sapere tenere i nervi saldi durante le turbolenze scatenatesi durante la crisi delle vicende greche, ma resta il fatto che dopo i primi sette mesi le previsioni di inizio anno non solo sono state rispettate, ma hanno anche dato importanti soddisfazioni agli investitori che le abbiano implementate in portafoglio.

La domanda, a questo punto, è se questa tendenza favorevole all’azionario Europa rispetto a Wall Street possa proseguire anche nella seconda parte del 2015.

“Nonostante l’aumento della volatilità dei mercati e i molti interrogativi sulla effettiva ampiezza della crescita americana, la ripresa dell’Europa mostra incoraggianti segnali di proseguimento anche nella stagione estiva. Si tratta di un aspetto di rilievo dal momento che l’anno scorso dopo un buon primo trimestre, la ripresa economica europea del secondo si arenò” sottolinea Stephanie Flanders, Chief Market Strategist per l’Europa di J.P. Morgan Asset Management. L’attenzione degli analisti è, giustamente, concentrata sul ruolo importante che sta giocando la domanda domestica nella crescita dell’Europa. Questo, molto più dell’euro debole che può sicuramente contribuire a migliorare l’export ma non può da solo costituire l’unica fonte di ripresa economica, è un elemento molto solido sul quale costruire una ripresa solida e sostenibile nel medio periodo.

Guardando al secondo semestre, gli esperti di J.P. Morgan AM si attendono che le buone notizie possano trasformarsi in profitti aziendali più elevati: d’altra parte le stime sugli utili europei, sono state riviste al rialzo, dopo quattro anni di previsioni al ribasso.

“Si tratta, nel loro insieme, di buone notizie sia per le famiglie che per le imprese in Europa e dovrebbero costituire un valido supporto anche per gli investitori esposti alle azioni europee in un’ottica di medio termine” sottolinea David Stubbs, Global Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management secondo il quale con il recente sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità), sul mercato europeo vi sono anche maggiori opportunità per gli investitori di trovare valore rispetto a quanto sarebbe stato possibile solo qualche mese fa.

Resta tuttavia fondamentale riuscire a identificare i settori e le imprese meglio posizionate ad intercettare nella misura maggiore: una selezione nella quale giocano una parte fondamentale nella crescita organica societaria gli investimenti delle aziende. “Sebbene da inizio anno la concessione di prestiti abbia mostrato segnali di miglioramento rispetto al recente passato si è trattato solo di piccole evidenze: le aziende, almeno per il momento non stanno richiedendo capitali a prestito per investire nella crescita futura. Ed è proprio questo il tassello mancante nella storia di ripresa europea che manca per chiudere il cerchio” conclude David Stubbs.
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