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Ecco il vero potenziale delle Borse della zona Euro

16 Giugno 2015 14:16
financialounge -  Europa Martin Skanberg mercati azionari petrolio settore bancario utili
La correzione delle quotazioni del mercato obbligazionario (con conseguente aumento dei tassi di interesse) e il rafforzamento dell’euro nelle ultime settimane hanno soffiato contro l’azionario della zona euro. Ma, sebbene due tra i più importanti fattori di supporto alle performance di inizio anno dell’equity di Eurolandia si siano mossi in controtendenza, ne restano almeno altri tre (crescita dei profitti aziendali, miglioramento del sistema bancario e benefici per i consumatori per il calo petrolio) che hanno la forza di permettere alle Borse europee di proseguire il rialzo nei prossimi mesi. A sostenere questa tesi è Martin Skanberg, Fund Manager, European Equities, Schroders.

“L’aumento della volatilità delle ultime settimane nel mercato obbligazionario ha comportato qualche preoccupazione tra gli investitori e ha messo pressione sull’azionario dell’Eurozona. Tuttavia, a nostro avviso i movimenti visti sui listini rappresentano una stabilizzazione del mercato” commenta Martin Skanberg che poi aggiunge: “I bassi rendimenti dei titoli di Stato e l’euro debole sono stati i due fattori che hanno trainato i prezzi dell’azionario nell’Eurozona, infatti non stupisce che l’indebolimento di tali trend stia mettendo pressione sull’equity. Tuttavia, questi due fattori non sono stati affatto gli unici che hanno supportato l’azionario. La ripresa del settore bancario in Europa, grazie all’Asset Quality Review dello scorso anno, rimane un importante driver, con i crediti alle imprese che hanno rincominciato a salire. Ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione nei prossimi trimestri, come riportato anche da diverse indagini sul credito”.


Secondo il fund manager ci sono stati segnali positivi anche da parte delle imprese. Le prime trimestrali del 2015 sono state in gran parte positive. Le vendite e gli utili sono migliorati, con la maggior forza delle prime a segnalare che i guadagni in termini di redditività non erano dovuti soltanto al taglio dei costi. Per di più, l’aumento delle vendite non è stato indotto soltanto dai tassi di cambio favorevoli: molte imprese europee hanno registrato una forte crescita organica, in quanto la domanda è salita.


“Vorremmo inoltre mettere in evidenza che l’atteso supporto ai consumatori, grazie al calo del prezzo del greggio, non si è ancora pienamente visto. Tutti insieme, tali fattori dovrebbero offrire un ulteriore supporto all’azionario dell’Eurozona e la volatilità sulla situazione della Grecia potrebbe dare agli investitori un punto d’ingresso sui mercati interessante” conclude Martin Skanberg.
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