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Obbligazioni, high yield ed emerging le prime scelte

10 Aprile 2015 09:53
financialounge -  Credit Suisse High Yield quantitative easing Sylvie Golay Markovich tassi di interesse
I risparmiatori che si sono affidati ai fondi obbligazionari specializzati sulle emissioni ad alto rendimento hanno ottenuto interessanti rendimenti da inizio anno, soprattutto se hanno optato per i prodotti orientati alle emissioni in valuta estera. Infatti, se i fondi obbligazionari high yield area euro hanno reso in media il +3,4% da inizio anno, quelli high yield focalizzati sui titoli in dollari USA hanno fruttato in media il +13,9% e quelli Asia il +12,2%.
Certo, occorre mettere in conto una volatilità della quota molto maggiore (4,3% per i fondi high yield euro, 7,7% per quelli area dollaro e 8,2% per quelli Asia), ma il ritorno economico è stato comunque più che soddisfacente. E, accettando gli stessi rischi, dovrebbe continuare ad esserlo anche nei prossimi mesi se, come tutto lascia supporre, il Qe della Bce manterrà i tassi dei titoli governativi euro sui livelli di tasso vicini allo zero invogliando gli investitori a ricercare reddito in altre e più rischiose asset obbligazionarie.

“Sul fronte del credito, preferiamo ancora le obbligazioni ad alto rendimento. Dopo la correzione di marzo, intravediamo un’interessante opportunità d’ingresso, e anche la ripresa economica in corso negli USA è favorevole. Nel contempo, la rinnovata debolezza del prezzo del petrolio e l’imminente stretta monetaria della Fed rappresentano un rischio per le obbligazioni USA societarie ad alto rendimento e le obbligazioni emergenti in valute forti” commenta Sylvie Golay Markovich, Head Fixed Income Analysis di Credit Suisse che poi aggiunge: “Tuttavia, con i mercati più preparati, non prevediamo che i mercati del credito reagiscano alla Fed così negativamente come fecero nel maggio 2013, quando venne per la prima volta citato il «tapering». Le valutazioni puntano in direzione di una possibile ulteriore riduzione degli spread nei bond emergenti in valuta forte, anche se continuiamo a prevedere un incremento dello spread sovrano in Brasile, in considerazione del quadro economico negativo. Il nostro parere sulle obbligazioni brasiliane a breve scadenza è più bilanciato, ma l’aumento dell’inflazione resta fonte di preoccupazione, soprattutto per le obbligazioni nazionali a lunga scadenza”.
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