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Claudio Borrelli

Mercati emergenti, focus su India, Indonesia, Turchia e Filippine

2 Aprile 2015 09:50
financialounge -  Claudio Borrelli mercati azionari mercati emergenti UBP
Nei primi tre mesi di quest’anno i mercati azionari dei paesi emergenti hanno registrato una performance in valuta locale in linea a quella delle Borse mondiali: Msci EM in valuta locale +4,56 per cento e Msci world in valuta locale: +4,36%.
Da un punto di vista settoriale, il settore più performante nei mercati emergenti da inizio anno si è rivelato essere l’healthcare (+8,8%), seguito dall’IT (+8,4%) e dai beni di consumo di prima necessità (+7,1%) mentre le utility (0,8%) restano il comparto peggiore addirittura al di sotto del settore dei materiali di base (0,9%) che pure ha sofferto il calo dei prezzi delle commodity e dei margini operativi.
Quanto alle valutazioni, poi, i mercati emergenti continuano a sembrare convenienti sulla base di multipli di valutazione più utilizzati (come il rapporto prezzo / utili e il rapporto prezzo/patrimonio netto). Peraltro, mentre i loro P/E rispetto a quelli dei mercati sviluppati risultano al di sotto della media degli ultimi 5 anni, i ROE (Return On Equity) continuano a deteriorarsi, fatta eccezione per i mercati emergenti asiatici.
Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP) ritiene che quegli sconti siano in parte giustificati, data la costante contrazione della redditività del capitale proprio e dei margini a cui si è assistito da metà del 2010.
“Tuttavia, siamo ancora a livelli di ipervenduto e, da un punto di vista delle valutazioni, lo sconto rispetto ai mercati avanzati continua a sembrare eccessivo. Le preoccupazioni maggiori per i Mercati Emergenti sono i costi in continua crescita (inflazione salariale), le contrazioni dei margini e la vulnerabilità economica, ciò riguarda specialmente i Paesi con ampi disavanzi delle partite correnti” sottolinea il manager che, in ogni caso, non scorge alcun catalizzatore a breve termine che possa invertire questo trend.
In termini di notizie macro, la costante volatilità, la debolezza dei dati cinesi e le continue tensioni in Medio Oriente e in Ucraina accrescono un sentiment negativo verso i titoli azionari dei mercati emergenti in generale. “La recente correzione dei prezzi del petrolio e delle commodity, così come la forza del biglietto verde continueranno ad avere effetti negativi sui Mercati Emergenti in generale. Tuttavia, crediamo che la divergenza tra il complesso dei Mercati Emergenti aumenterà, poiché i Paesi non hanno la stessa sensibilità verso quei trend (Russia e Brasile rispetto a India e Turchia). Riteniamo poi che i listini azionari continueranno a premiare quei mercati in cui i governi sono in grado di attuare importanti riforme (India, Indonesia, Turchia e Filippine). Infine, dato l’importante intervento da parte delle Banche centrali, la volatilità delle valute continuerà ad essere un tema importante nel prossimo futuro” conclude Claudio Borrelli.
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