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Banche, per le Big 30 gli esami non finiscono mai

21 Novembre 2014 09:30
financialounge -  settore bancario
Sono ancora freschi i sigilli sugli esiti degli stress test della BCE sulle banche europee che ecco pronta una nuova richiesta di rafforzamento patrimoniale bancario. A formularla, stavolta, è il Financial Stability Board (FSB), l’istituzione internazionale che riunisce le autorità di controllo delle banche e dei mercati dei maggiori Paesi industriali e dei Paesi emergenti.

La richiesta è indirizzata alle 30 banche mondiali «troppo grandi per fallire» che saranno obbligate a possedere capitale e debito molto superiore agli altri istituti di credito per tamponare eventuali perdite. La proposta iniziale è di fissare la capacità di assorbimento totale delle perdite tra il 16% e il 20% dell’attivo ponderato per il rischio: tenendo conto delle riserve addizionali di capitale già previste per le grandi banche, tale percentuale potrebbe attestarsi alle fine al 21% - 25%: inoltre le autorità di controllo nazionali potrebbero imporre requisiti ancora più stringenti.

L’obiettivo è quello di scongiurare un nuovo rischio «sistemico» come quello manifestatosi nel 2008 dopo il fallimento della banca d’affari americana Lehman Brothers che scosse le fondamenta del sistema finanziario internazionale e che scongiurò un deragliamento dei mercati soltanto grazie ad un poderoso (e irripetibile) sforzo da parte delle principali banche centrali mondiali. Con questa mossa si vuole evitare che nel caso di un fallimento di una banca troppo grande non siano più gli stati (e i contribuenti) ad intervenire.

Il dibattito si è quindi spostato al vertice del G-20 a Brisbane nel Queensland del 15 e 16 novembre scorsi, durante il quale la proposta del Financial Stability Board è stata formalmente presentata. Mentre la discussione si fa sempre più accesa tra chi opta per una soluzione meno rigorosa e chi, al contrario, punta a paletti ancora più stringenti per evitare il ripetersi di crac bancari come quelli accaduti tra il 2007 e il 2009, uno studio di una importante banca d’affari americana ha stimato in 400 i miliardi di euro complessivi necessari, tra aumenti di capitale e nuove emissioni di debito, per adeguare il patrimonio delle banche da qui al 2019 come delineato dall’FSB.
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