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Cosa sovrappesiamo nei mercati e nelle valute emergenti

11 Novembre 2014 14:05
financialounge -  come investire Europa materie prime mercati valutari produzione industriale
Michael Biggs, Investment Manager di GAM, manterrà posizioni lunghe sulle obbligazioni dei Paesi dove la crescita è rallentata e posizioni corte sulle valute di quei Paesi dove la bilancia commerciale sta peggiorando. Si tratta di scelte valutarie che si inquadrano in un contesto che, secondo il manager, vedrà un miglioramento graduale ma costante delle economie sviluppate (USA ed Europa) con ricadute positive sugli emerging markets.
“Le valute dei mercati emergenti si sono rafforzate rispetto alle valute dei mercati maturi (euro, yen, sterlina e franco svizzero inclusi). Nel medio termine, le prospettive di crescita a livello globale rimarranno il driver principale di performance dell’asset class. Siamo ottimisti sulla crescita degli Stati Uniti e riteniamo che l’economia dell’eurozona sia più forte di quanto pensi il mercato. Entrambi questi fattori potrebbero avere un impatto positivo sui mercati emergenti. La crescita negli Stati Uniti e in Europa dovrebbe rafforzare la domanda proveniente da queste aree, che si tradurrà in un maggiore export dai mercati emergenti, con un impatto positivo sulle valute di questi Paesi. Questo effetto è in grado di compensare alcuni aspetti di debolezza interni delle economie emergenti e crea un contesto favorevole per gli asset rischiosi” argomenta Michael Biggs che ci tiene a ribadire l’elemento distintivo di GAM rispetto al consensus di mercato: la view positiva sull’economia dell’area euro.

“Pensiamo che la crescita debole, ma comunque in aumento, del credito possa dare un impulso positivo all’economia europea, sostenendo la crescita della domanda interna. Le recenti analisi sull’andamento dei prestiti bancari sembrano andare in questa direzione, in quanto mostrano un’attenuazione degli standard di credito e un aumento della domanda di credito” puntualizza Michael Biggs.
A ottobre gli indicatori di sentiment dell’eurozona hanno mostrato segnali di miglioramento e il manager pensa che tale recupero trovi evidenza nel forte aumento della produzione industriale di settembre. Inoltre, molte delle notizie negative provenienti dall’Eurozona sono già riflesse nei prezzi correnti e il mercato sarà particolarmente sensibile a qualunque sorpresa positiva.

“Per il prossimo anno ci aspettiamo una crescita dell’economia cinese attorno al 7% e inferiore l’anno successivo. Alla luce di queste caute aspettative di crescita, riteniamo probabile possa verificarsi una compressione dei prezzi delle materie prime. I Paesi produttori di materie prime possono mantenere elevata la domanda interna, con un effetto negativo sulla bilancia commerciale o restringere la domanda, con una conseguente riduzione della crescita del PIL. Paesi, per esempio, come la Colombia e il Perù hanno conosciuto una crescita molto forte ma anche un deterioramento del disavanzo delle partite correnti, mentre in Cile la crescita è rallentata, ma con un miglioramento della bilancia corrente. Pertanto manterremo posizioni lunghe sul Peso cileno, posizioni corte sul Peso colombiano e sul Nuevo Sol peruviano. In generale, terremo posizioni lunghe sulle obbligazioni dei Paesi dove si la crescita è rallentata e posizioni corte sulle valute di quei Paesi dove la bilancia commerciale sta peggiorando” sottolinea Michael Biggs.

Il calo del prezzo delle materie prime è stato particolarmente significativo in Brasile, dove i prezzi dei minerali di ferro e della soia sono diminuiti drasticamente. La performance di queste materie prime ha mostrato una correlazione negativa con il real brasiliano. Al contempo, con il rallentamento della crescita, i tassi d’interesse reali brasiliani sono molto alti. Per trarre vantaggio da questa situazione, Michael Biggs si mantiene lungo (rialzista) sulle obbligazioni, in attesa che calino i tassi, ma coprendosi dal rischio sulle valute.
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