hedge fund
Anche gli hedge fund presi in contropiede dai mercati
24 Ottobre 2014 14:10

rsa settimana i trader ribassisti hanno contribuito ad infliggersi perdite maggiori a seguito delle loro stesse scelte di portafoglio orientate a scommettere, tramite gli strumenti derivati, su di un calo delle quotazioni dei Treasury decennali USA. Una scelta effettuata proprio poco prima che i loro prezzi salissero e i rendimenti, che si muovono in direzione opposta, scendessero.
I gestori di hedge fund e altri grandi speculatori hanno infatti aumentato, come si evince dai dati di mercato del 14 ottobre scorso (e resi noti venerdi 17 ottobre dalla US Commodity Futures Trading Commission), le posizioni nette short (ribassiste) al livello più alto dal mese di maggio. Peccato, per loro, che i rendimenti dei governativi americani a 10 anni siano scesi di ben 34 punti base (arretrando fino all’1,86 per cento il 15 ottobre) procurando ingenti perdite in portafoglio.
Questo episodio, in una settimana contraddistinta da notevoli cambi di umore e con l’indice Vix della volatilità balzato sopra quota 31 (come durante la crisi del debito sovrano della zona euro), permette di fare alcune importanti riflessioni.
Si tratta di un esempio, tra i più lampanti, di come l’attuale contesto di mercato sia davvero molto complesso: è vero che non c’è mai stato in passato un mercato semplice, con scelte di portafoglio facili da prendere, perché per definizione gli andamenti degli strumenti finanziari sono imprevedibili, ma quello attuale è senza dubbio un contesto molto più complesso del solito.
Ne consegue che è indispensabile evitare il fai da te (che fa rischiare scelte emotive spesso disastrose per i portafogli e, soprattutto, difficili poi da recuperare), anche perché stavolta non esiste nemmeno la comoda alternativa dei titoli di stato capaci di offrire un buon rendimento: basti ricordare che il bot annuale rende lo 0,38% lordo, il CTZ biennale lo 0,71% e il BTP a tre anni lo 0,86%.
Per queste ragioni la raccomandazione è quella di affidarsi ad un buon consulente finanziario di fiducia con i quale approfondire la propria situazione di portafoglio in funzione degli obiettivi da perseguire a breve e, soprattutto, a medio e lungo termine: soltanto in questo modo è possibile verificare con consapevolezza e lucidità se ci siano effettivamente le condizioni per mettere mano al portafoglio in uscita oppure in entrata.
I gestori di hedge fund e altri grandi speculatori hanno infatti aumentato, come si evince dai dati di mercato del 14 ottobre scorso (e resi noti venerdi 17 ottobre dalla US Commodity Futures Trading Commission), le posizioni nette short (ribassiste) al livello più alto dal mese di maggio. Peccato, per loro, che i rendimenti dei governativi americani a 10 anni siano scesi di ben 34 punti base (arretrando fino all’1,86 per cento il 15 ottobre) procurando ingenti perdite in portafoglio.
Questo episodio, in una settimana contraddistinta da notevoli cambi di umore e con l’indice Vix della volatilità balzato sopra quota 31 (come durante la crisi del debito sovrano della zona euro), permette di fare alcune importanti riflessioni.
Si tratta di un esempio, tra i più lampanti, di come l’attuale contesto di mercato sia davvero molto complesso: è vero che non c’è mai stato in passato un mercato semplice, con scelte di portafoglio facili da prendere, perché per definizione gli andamenti degli strumenti finanziari sono imprevedibili, ma quello attuale è senza dubbio un contesto molto più complesso del solito.
Ne consegue che è indispensabile evitare il fai da te (che fa rischiare scelte emotive spesso disastrose per i portafogli e, soprattutto, difficili poi da recuperare), anche perché stavolta non esiste nemmeno la comoda alternativa dei titoli di stato capaci di offrire un buon rendimento: basti ricordare che il bot annuale rende lo 0,38% lordo, il CTZ biennale lo 0,71% e il BTP a tre anni lo 0,86%.
Per queste ragioni la raccomandazione è quella di affidarsi ad un buon consulente finanziario di fiducia con i quale approfondire la propria situazione di portafoglio in funzione degli obiettivi da perseguire a breve e, soprattutto, a medio e lungo termine: soltanto in questo modo è possibile verificare con consapevolezza e lucidità se ci siano effettivamente le condizioni per mettere mano al portafoglio in uscita oppure in entrata.
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