dividendi
Idee di investimento - Azioni - 6 ottobre 2014
6 Ottobre 2014 10:05

teriore deprezzamento dell’euro è, per Giordano Lombardo Group CIO di Pioneer Investments, sicuramente un fattore positivo sul fronte azionario europeo.
“Permane il divario di valutazione tra mercati azionari europei e Wall Street che giustifica una chiamata «value» sui primi” afferma Giordano Lombardo nell’articolo “Europa da preferire ancora agli USA. In Asia, positivi su Cina e India” che poi prosegue parlando dei mercati in via di sviluppo: “Passando ai mercati emergenti, il quadro è frammentato, in quanto la maggior parte dei paesi si trova in fasi di transizione diverse. Manteniamo la visione positiva sull'India e sulla Cina. Più in generale, stiamo cercando ulteriori opportunità di investimento nell'area dei paesi emergenti perché, in base alle valutazioni correnti, crediamo sia probabilmente quella con migliori attese di rendimenti nel medio e lungo termine”.
La Cina è un mercato al quale guarda con attenzione anche Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock che nell’articolo “Tre lezioni per gli investimenti dei prossimi mesi” dichiara infatti:
“La volatilità sta cominciando a risalire mentre non tutti i segmenti di mercato sono identici. Ad esempio, mentre le azioni large cap americane sono giù soltanto del 2% dal loro picco massimo, le small cap non sono mai riuscite a recuperare dalla correzione dopo il top di febbraio e ora stazionano l'8% circa al di sotto dei massimi estivi. Tutto questo conduce ad un punto fondamentale: il focus sul valore relativo. Uno dei motivi per i quali le small cap non riescono a risalire è legato alle valutazioni che risultano molto più tirate rispetto ai titoli a grande capitalizzazione. Sulla base degli utili correnti, le azioni USA small cap trattano in Borsa con un premio del 60% in più rispetto alle large cap” sottolinea Russ Koesterich che poi parla di uno degli aspetti interessanti emersi la scorsa settimana durante il sell-off sui mercati: “I dei più grandi mercati azionari di quel Continente, la Cina e il Giappone, sono riusciti a invertire il trend e a chiudere su livelli superiori a quelli di inizio settimana. Le azioni ordinarie cinesi hanno beneficiato di un dato sulla produzione migliore del previsto mentre le azioni giapponesi hanno avuto un solido sostegno dai flussi di riacquisto di azioni (buy- back). Tutto questo ha sicuramente contribuito, ma l’equity in Giappone e in Cina sta inoltre beneficiando valutazioni contenute, almeno rispetto ai mercati azionari degli Stati Uniti e dell’Europa”.
Cina e Giappone sono due piazze azionarie interessanti anche agli occhi, rispettivamente, di Fidelity Worldwide Investment e di Vontobel.
Raymond Ma, gestore del fondo FF China Consumer Fund di Fidelity, nell’articolo “Il megatrend della Nuova Cina è soltanto all’inizio” argomenta le ragioni in base alle quali ritiene che vi siano molte opportunità nel continente cinese anche per il prossimo futuro grazie al focus distintivo del fondo dedicato al tema della "Nuova Cina", cioè ai settori favoriti dalla transizione verso un sistema economico orientato ai consumi. Il gestore, in particolare, individua interessanti occasioni di investimento nei settori assicurazioni, intermediazione finanziaria, tutela dell'ambiente, prodotti farmaceutici, internet, e servizi legati ai consumi.
Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, invece, nell’articolo "Aziende giapponesi, più dividendi, buy back e Roe” individua un impatto positivo della riforma strutturale in un aspetto di particolare rilievo per gli investitori: la «corporate governance». Di conseguenza, per lo strategist, è aumentata la pressione sulle società che ignorano i principi di buon governo societario mentre i pagamenti di dividendi e i riacquisti di azioni (buy back) hanno raggiunto nuovi massimi. Nel frattempo, i ROE sono in rialzo, seppure a partire da livelli molto bassi.
Infine c’è da segnalare una conferma: l’investimento responsabile (SRI) non si rivela positivo soltanto per le ricadute favorevoli sulla società e l’ambiente ma anche in termini di minore volatilità e di maggiore rendimento. L’attestato, in questo senso, stavolta arriva da un nuovo studio, riportato nell’articolo “Investimenti SRI, più performance con meno volatilità” condotto dalla società di consulenza finanziaria americana New Amsterdam Partner, secondo cui gli investimenti responsabili danno risultati migliori e, inoltre, sono meno volatili.
“Permane il divario di valutazione tra mercati azionari europei e Wall Street che giustifica una chiamata «value» sui primi” afferma Giordano Lombardo nell’articolo “Europa da preferire ancora agli USA. In Asia, positivi su Cina e India” che poi prosegue parlando dei mercati in via di sviluppo: “Passando ai mercati emergenti, il quadro è frammentato, in quanto la maggior parte dei paesi si trova in fasi di transizione diverse. Manteniamo la visione positiva sull'India e sulla Cina. Più in generale, stiamo cercando ulteriori opportunità di investimento nell'area dei paesi emergenti perché, in base alle valutazioni correnti, crediamo sia probabilmente quella con migliori attese di rendimenti nel medio e lungo termine”.
La Cina è un mercato al quale guarda con attenzione anche Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock che nell’articolo “Tre lezioni per gli investimenti dei prossimi mesi” dichiara infatti:
“La volatilità sta cominciando a risalire mentre non tutti i segmenti di mercato sono identici. Ad esempio, mentre le azioni large cap americane sono giù soltanto del 2% dal loro picco massimo, le small cap non sono mai riuscite a recuperare dalla correzione dopo il top di febbraio e ora stazionano l'8% circa al di sotto dei massimi estivi. Tutto questo conduce ad un punto fondamentale: il focus sul valore relativo. Uno dei motivi per i quali le small cap non riescono a risalire è legato alle valutazioni che risultano molto più tirate rispetto ai titoli a grande capitalizzazione. Sulla base degli utili correnti, le azioni USA small cap trattano in Borsa con un premio del 60% in più rispetto alle large cap” sottolinea Russ Koesterich che poi parla di uno degli aspetti interessanti emersi la scorsa settimana durante il sell-off sui mercati: “I dei più grandi mercati azionari di quel Continente, la Cina e il Giappone, sono riusciti a invertire il trend e a chiudere su livelli superiori a quelli di inizio settimana. Le azioni ordinarie cinesi hanno beneficiato di un dato sulla produzione migliore del previsto mentre le azioni giapponesi hanno avuto un solido sostegno dai flussi di riacquisto di azioni (buy- back). Tutto questo ha sicuramente contribuito, ma l’equity in Giappone e in Cina sta inoltre beneficiando valutazioni contenute, almeno rispetto ai mercati azionari degli Stati Uniti e dell’Europa”.
Cina e Giappone sono due piazze azionarie interessanti anche agli occhi, rispettivamente, di Fidelity Worldwide Investment e di Vontobel.
Raymond Ma, gestore del fondo FF China Consumer Fund di Fidelity, nell’articolo “Il megatrend della Nuova Cina è soltanto all’inizio” argomenta le ragioni in base alle quali ritiene che vi siano molte opportunità nel continente cinese anche per il prossimo futuro grazie al focus distintivo del fondo dedicato al tema della "Nuova Cina", cioè ai settori favoriti dalla transizione verso un sistema economico orientato ai consumi. Il gestore, in particolare, individua interessanti occasioni di investimento nei settori assicurazioni, intermediazione finanziaria, tutela dell'ambiente, prodotti farmaceutici, internet, e servizi legati ai consumi.
Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, invece, nell’articolo "Aziende giapponesi, più dividendi, buy back e Roe” individua un impatto positivo della riforma strutturale in un aspetto di particolare rilievo per gli investitori: la «corporate governance». Di conseguenza, per lo strategist, è aumentata la pressione sulle società che ignorano i principi di buon governo societario mentre i pagamenti di dividendi e i riacquisti di azioni (buy back) hanno raggiunto nuovi massimi. Nel frattempo, i ROE sono in rialzo, seppure a partire da livelli molto bassi.
Infine c’è da segnalare una conferma: l’investimento responsabile (SRI) non si rivela positivo soltanto per le ricadute favorevoli sulla società e l’ambiente ma anche in termini di minore volatilità e di maggiore rendimento. L’attestato, in questo senso, stavolta arriva da un nuovo studio, riportato nell’articolo “Investimenti SRI, più performance con meno volatilità” condotto dalla società di consulenza finanziaria americana New Amsterdam Partner, secondo cui gli investimenti responsabili danno risultati migliori e, inoltre, sono meno volatili.
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