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Asset Backed Securities

Dopo le mosse di Draghi gli investitori vogliono di più

5 Settembre 2014 09:40
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Subito dopo l’annuncio delle decisioni della BCE, gli asset rischiosi hanno risposto positivamente alle notizie provenienti da Francoforte: le borse europee hanno chiuso in rialzo, i rendimenti dei titoli di Stato si sono mossi in discesa e l’euro si è deprezzato ulteriormente.

Una reazione però, secondo Azad Zangana, European Economist di Schroders e Chris Ames, Senior FI Portfolio Manager di Schroders, che sottintende un atteggiamento: gli investitori stanno chiaramente scommettendo sulla probabilità che a breve l’Eurotower approvi ulteriori stimoli. Seguiamo il loro ragionamento.
La Banca centrale europea (BCE) ha tagliato ulteriormente i tassi di interesse, nel tentativo di sostenere la domanda interna e ridurre il rischio di deflazione nell’Eurozona. Il tasso di interesse principale è stato tagliato dallo 0,15% allo 0,05%, mentre il tasso sui depositi, già precedentemente portato al -0,1%, è stato abbassato al -0,2%.

Inoltre, il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha annunciato che la BCE inizierà a comprare asset privati, in particolare, i cosiddetti Asset-Backed Securities (ABS). Ulteriori dettagli di queste operazioni, tra cui la portata e il volume, saranno rivelati il mese prossimo, nella consueta conferenza stampa dopo l’incontro del Consiglio direttivo della BCE.

“Durante il meeting di giugno, l’Istituto di Francoforte aveva già annunciato che avrebbe indagato sulla fattibilità dell’acquisto di ABS: il follow-up e l’annuncio di futuri acquisti non sono quindi una sorpresa” sottolineano Azad Zangana e Chris Ames che poi aggiungono: “Draghi ha citato come ragione principale dell’ulteriore stimolo deciso dalla BCE una serie di fattori, come il peggioramento dell’outlook per l’inflazione, i recenti movimenti ribassisti di tutti gli indicatori legati alle attese dell’inflazione stessa, la bassa crescita dei prestiti delle banche e i dati modesti sulla crescita pubblicati nell’ultimo mese. A nostro avviso, il taglio dei tassi di interesse è totalmente irrilevante. A causa dell’eccesso di liquidità nei mercati monetari, i tassi di breve termine sono al di sotto del tasso di riferimento della BCE già da un po’ di tempo: il taglio odierno avrà quindi un impatto prossimo allo zero”.

L’acquisto di ABS è progettato per trasferire il rischio dei pacchetti di prestiti dalle banche all’Eurotower, elemento che in teoria dovrebbe liberare del capitale delle banche stesse in modo che possano incrementare i prestiti alle famiglie e alle imprese. Naturalmente, non c’è alcuna garanzia che gli istituti di credito decidano di aumentare i prestiti, soprattutto poiché alcuni sono sotto pressione, da un punto di vista dei regolamenti, affinché aumentino le proprie quote di capitale core.

Inoltre, secondo JP Morgan, il mercato degli ABS in Europa è molto limitato in termini dimensionali: vale circa 1.200 miliardi di euro ma, escludendo le emissioni fuori dall’Eurozona, la somma si riduce a 885 miliardi. Tuttavia, poiché la maggior parte dello stock di ABS esistente è utilizzato come collaterale per accedere alle varie operazioni di pronti contro termine della BCE, nel mercato secondario l’ammontare di ABS disponibili è pari a circa 251 miliardi di euro, poco meno del 2,6% del PIL.

Rispetto alle dimensioni del bilancio della Federal Reserve americana, pari a 4.400 miliardi di dollari, gli acquisti di ABS della BCE probabilmente non saranno abbastanza significativi da avere un vero impatto sull’economia reale. Inoltre, dal punto di vista degli operatori di mercato, l’Eurotower probabilmente prenderà il posto degli acquirenti di lungo termine di questa asset class e potrebbe quindi potenzialmente danneggiare il mercato nel lungo periodo.

“Le limitazioni del mercato degli ABS hanno naturalmente spinto gli investitori ad arrivare alla conclusione che la BCE sarà alla fine obbligata a comprare altri asset e, in particolare, titoli di Stato, come fatto in passato dalla Fed e dalla Bank of England. Per adesso, questo punto non è nell’agenda della BCE e se le proiezioni dello staff dell’Eurotower sono corrette nel vedere una ripresa della crescita e dell’inflazione nel 2015, l’Istituto di Francoforte potrebbe non doversi mai impegnare in questa controversa operazione” tengono a precisare i due esperti di Schroders che poi concludono: “Vale la pena sottolineare che Draghi ha rivelato come alcuni membri del Consiglio direttivo volessero attuare uno stimolo maggiore rispetto a quello poi deciso, mentre una minoranza si è espressa in senso contrario ai provvedimenti varati oggi. Ciò suggerisce che c’è ancora molta resistenza al QE(quantitative easing, allentamento quantitativo), ma anche che opzioni più aggressive sono ancora disponibili”.
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