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Fondo sovrano della Norvegia, più titoli di Stato italiani

26 Agosto 2014 16:30
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Un guadagno del 3,3 per cento nel secondo trimestre grazie all’esposizione ai mercati emergenti e ai titoli del settore energia.
È questa la performance del Government Pension Fund Global (GPFG), il più grande fondo sovrano al mondo con asset complessivi per 880 miliardi di dollari (circa 665 miliardi di euro), che ha guadagnato 192 miliardi di corone norvegesi (23,3 miliardi di euro) nel secondo trimestre di quest’anno: in particolare, le partecipazioni azionarie del fondo hanno registrato performance del 4 per cento, quelle obbligazionarie del 2 per cento e quelle immobiliari il 3 per cento.

“L’ingente liquidità che scorreva nel mercato ha spinto i prezzi degli asset verso l’alto. Un contesto che ha fatto crescere i mercati azionari in generale e quelli emergenti in particolare" ha riferito Yngve Slyngstad, chief executive officer di Norges Bank Investment Management, l’istituto che gestisce il fondo.

I titoli dei mercati emergenti del fondo hanno guadagnato 7,4 per cento, guidati da un aumento in India, Russia, Turchia e Brasile, mentre le partecipazioni nel settore petrolio e gas hanno contabilizzato un rialzo medio dell’11,8 per cento. I mercati sviluppati hanno evidenziato un guadagno medio del 3,7 per cento mentre le quote nell’azionario cinese hanno messo a segno un +3,2 per cento.

Da notare che il gestore, che segue le linee guida dettate dal governo di Olso, aveva il 61,3 per cento in azioni a fine di giugno, il 37,6% in titoli obbligazionari e l’1,2% in partecipazioni nel settore immobiliare: il portafoglio di riferimento prevede un 60 per cento di esposizione all’equity, un 35% di reddito fisso e il restante 5% in real estate. Tuttavia, sebbene questo sia il suo benchmark, il gestore ha qualche margine di manovra per allontanarsi dai parametri di riferimento.

In ogni caso, l'anno scorso il fondo è stato costretto a vendere una parte di azioni in portafoglio per la prima volta nella sua storia, al fine di rispettare i mandati di rischio: il rally dei mercati aveva infatti spinto il portafoglio azionario di sopra del limite del 64 per cento, costringendo i responsabili del fondo al cosiddetto riequilibrio.
Da notare che il fondo sta spostando le sue partecipazioni con l’obiettivo di catturare al meglio la crescita globale ed ha pertanto mosso gli investimenti fuori dall'Europa privilegiando i mercati emergenti in Asia e Sud America, aree che stanno strutturalmente aumentando la loro quota nell'economia mondiale.

Il fondo, in particolare, ha ponderato il suo portafoglio obbligazionario in base al prodotto interno lordo dei paesi allontanandosi da una ponderazione del mercato per evitare nazioni caratterizzate da crescenti oneri del debito. Alla fine di giugno, i titoli azionari più importanti in portafoglio erano Nestle e Shell mentre nel reddito fisso i maggiori titoli obbligazionari erano i buoni del Tesoro USA e i titoli di Stato giapponesi e tedeschi.

I maggiori incrementi trimestrali nei corporate bond sono stati in obbligazioni giapponesi, britannici e tedeschi, mentre le maggiori diminuzioni sono state in emissioni brasiliane, canadesi e svedese: incrementata l’esposizione anche ai titoli di Stato italiani da 38,2 miliardi di corone norvegesi (4,6 miliardi di euro) a 43,7 miliardi di corone (circa 5,3 miliardi di euro) collocando il debito del nostro Paese al sesto posto, per dimensione dell'esposizione in bond del fondo.

Il Government Pension Fund Global, che ricava le risorse dalle imposte sul petrolio e sul gas, dalla proprietà dei campi petroliferi e dai dividendi derivanti dalla sua partecipazione del 67 per cento in Statoil ASA, la più grande compagnia petrolifera norvegese, sta gradualmente aumentando i rischi di portafoglio per incrementare i rendimenti e salvaguardare la ricchezza a medio lungo termine: dal 1998 può investire nei mercati emergenti, dal 2007 ha aumentato dal 40% al 60% la quota di riferimento in azioni, e dal 2011 può investire anche nel settore immobiliare.
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