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Argentina, ecco chi ha guadagnato dal default

8 Agosto 2014 11:45
financialounge -  Argentina credit default swap debito default
Gli investitori che si sono coperti dal rischio del debito dell’Argentina o che hanno speculato sul suo secondo default in 13 anni, saranno rimborsati. La International Swaps and Derivatives Association (ISDA) ha infatti deliberato venerdì scorso che i contratti Credit Default Swap (CDS) sui titoli governativi di Buones Aires hanno diritto ad essere liquidati.

Secondo alcune prime stime il controvalore in circolazione dei CDS sull’Argentina ammonta a un nominale di 20 miliardi di dollari che dovrebbe dare diritto a premi, al netto dei meccanismi sottostanti, per poco più di un miliardo di dollari agli investitori che li hanno sottoscritti. L’ISDA, su richiesta di una banca svizzera che opera come controparte nel mercato dei CDS, ha optato per questa decisione valutando il mancato pagamento lo scorso 31 luglio dei 539 milioni di interessi sui titoli sovrani del paese sudamericano come un «credit event» tale da giustificare appunto la clausola che fa scattare il pagamento dei CDS. Questi ultimi possono essere considerati dei veri e propri contratti finanziari derivati del credito, che hanno come obiettivo specifico quello di assicurare i propri investimenti a reddito fisso, sia obbligazionari che governativi.

Negli ultimi anni, si sono diffusi dopo il fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers e hanno avuto una vera e propria accelerazione in concomitanza della crisi dei debito sovrano della zona euro. I CDS, infatti, sono strumenti finanziari che misurano il livello di rischio di un emittente. Il loro funzionamento è piuttosto semplice.

Facciamo un esempio. Ipotizziamo che un possessore di titoli di stato argentini desideri assicurarsi dal rischio insolvenza di questo paese. Se il valore complessivo del capitale nominale dei titoli di stato ammonta, per esempio, a 1 milione di dollari e i CDS sui titoli del debito di Buenos Aires costano 700 punti base (cioè il 7,0% del nominale, il proprietario dei titoli di stato argentini paga un premio di 70 mila euro per coprirsi dall’insolvenza dello stato sudamericano.

In caso di default (fallimento dell’emittente) chi ha venduto i CDS (di solito banche d’affari internazionali specializzate) è obbligato a risarcire l’intero valore nominale dei titoli (nell’esempio pari a 1 milione di euro) al possessore dei titolo.
Se, al contrario, il default non si materializza, il risparmiatore che si è assicurato tramite i cds perde l’intero premio versato.

Ma occorre fare attenzione. Non sempre lo status di “default” è riconosciuto: è infatti necessario che l’autorità internazionale preposta a questo scopo, l’ISDA, si pronunci, come ha fatto nel caso del debito argentino in circolazione riconoscendone il «credit event» che certifica il default e, quindi, il pagamento del CDS.
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