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Perchè le riforme strutturali sono necessarie a Eurolandia

31 Luglio 2014 09:55
financialounge -  BCE competitività crescita economica Europa occupazione riforme Yves Longchamp
Immaginate un paziente che abbia una costola rotta e sia ricoverato d’urgenza in ospedale presso l’unità di terapia intensiva. Dopo un lungo periodo di osservazione è pronto a essere dimesso ma dovrà necessariamente rispettare una dieta rigorosa, una terapia riabilitativa e sopportare ancora per qualche tempo il dolore della costola rotta.

Bene, per Yves Longchamp, CFA, Head of Macroeconomic Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, Eurolandia è il paziente in via di dimissione, l’unità di terapia intensiva è la BCE e la dieta e la riabilitazione sono le riforme strutturali che la zona euro deve assolutamente attuare per uscire definitivamente dalla crisi.

“Una banca centrale rappresenta prima di tutto una sorta di «unità di terapia intensiva» pronta a intervenire nel caso di una crisi finanziaria acuta. In fin dei conti non è tanto importante che il paziente abbia una costola rotta, purché sia trasferito in sala rianimazione. Ma una volta lasciato l’ospedale, la frattura alla costola lo costringerà a muoversi lentamente e a seguire una lunga riabilitazione, una nuova dieta e un programma di esercizi. Siamo persuasi che l’economia dell’Eurozona stia per uscire dalla sala rianimazione, e di sicuro la nuova dieta e il programma di esercizi da seguire non saranno piacevoli” riferisce infatti Yves Longchamp che poi ricorda come, in occasione di ogni conferenza stampa che segue le decisioni di politica monetaria, Mario Draghi sottolinei la necessità di intraprendere «le riforme strutturali indispensabili per stimolare la crescita».

Tali riforme strutturali che l’Eurozona deve affrontare, ampiamente illustrate nello studio dell’OCSE Going for Growth (Obiettivo Crescita), sono incentrate sul miglioramento della competitività e sulla riduzione della disoccupazione strutturale.

Le priorità sono identificate in tre aree:
1) riduzione degli ostacoli al mercato dei beni e del lavoro al fine di creare posti di lavoro;
2) promozione dell’occupazione, mediante l’eliminazione dei disincentivi alla partecipazione al mercato del lavoro e alla ricerca del posto di lavoro;
3) promozione dello sviluppo di capacità e competenze di lavoro e, più in generale, del capitale umano.

“Nella periferia d’Europa il processo di ristrutturazione è già in atto mentre per quel che riguarda il sistema finanziario, la BCE e l’Autorità bancaria europea hanno avviato un procedimento di valutazione globale del sistema bancario europeo che prevede uno stress test e un’analisi della qualità degli asset (Asset Quality Review, AQR), i cui risultati saranno pubblicati ad ottobre. Il buon esito di queste riforme e valutazioni è di fondamentale importanza per il futuro dell’Eurozona. Un’economia più omogenea potrà essere gestita meglio e più agevolmente da una banca centrale unica con un solo tasso di interesse e una moneta comune” puntualizza Yves Longchamp che poi si interroga, immaginando che le riforme vadano a buon fine, su quanto tempo occorra prima che l’Eurozona diventi una regione omogenea:

“Basta prendere in considerazione gli indicatori sulla competitività in Europa da un lato e i tassi di disoccupazione dall’altro per intuire che è necessario un periodo di adeguamento di almeno cinque-dieci anni, se non di più. Per facilitare la convergenza economica, la BCE intende mantenere i tassi di interessi su livelli ridicolmente bassi al fine di oliare quanto più possibile il sistema. Per via della situazione di disomogeneità dell’Unione, una tale politica monetaria risulta fin troppo accomodante per la Germania da un lato, ed eccessivamente austera per i paesi periferici dall'altro. La Germania, che negli anni ’90 ha intrapreso riforme dolorose, adesso ne coglie i frutti. Esiste tuttavia un rischio concreto di surriscaldamento dell’economia tedesca qualora l’attuale situazione dovesse perdurare. La strada verso la ripresa e la convergenza europea è costellata di insidie e un’eventuale ricaduta potrebbe rivelarsi fatale”.

In questo contesto, pur ammettendo che, grazie al sostegno della BCE, l’Eurozona ha evidenziato un andamento inaspettatamente positivo negli ultimi due anni, Yves Longchamp conclude suggerendo cautela:
“È tuttavia prematuro cantare vittoria prima di aver attuato le riforme economiche strutturali. Il ripristino della fiducia potrebbe aver allentato una pressione che in realtà è necessaria per indurre i responsabili politici ad avviare programmi di riforme dolorose. Ciò detto, è pur vero che la costola rotta non deve offuscare la gioia di vedere il paziente uscire dall’ospedale”.
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