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Come sfruttare un mondo a velocità differenziate

26 Giugno 2014 09:05
financialounge -  cina crescita economica mercati emergenti paesi core Scott Mather
Nei prossimi 3-5 anni la Cina passerà da tassi di crescita dell'8-9% a un livello medio prossimo al 6%. Ciò causerà un rallentamento della crescita mondiale ma, al contempo, si concretizzerà una ripresa delle economie avanzate, che torneranno verso i livelli di crescita potenziali: il saldo finale dovrebbe migliorare le prospettive di crescita a livello mondiale.
E’ questa la tesi di Scott A. Mather Deputy Chief Investment Officer / Obbligazioni globali e mercati emergenti di PIMCO che l’argomenta in modo articolato:

“Riteniamo che nei prossimi 3-5 anni sarà importante pensare alla Cina come a un'economia in fase di transizione, che perderà il suo ruolo di principale attore della crescita mondiale continuando tuttavia a svolgere un ruolo di rilievo. Il paese sta infatti affrontando alcune difficoltà strutturali. L'economia cinese è stata molto dipendente dalla rapida espansione del debito e sta cercando di ritrovare l'equilibrio nonché di ridurre tale dipendenza in futuro. Ciò causerà un rallentamento della crescita, come è accaduto nelle economie avanzate negli ultimi anni. Un altro aspetto riguarda il fatto che la Cina risente di tendenze demografiche sfavorevoli. Anziché aumentare rapidamente, la popolazione in età lavorativa sta iniziando a diminuire”.

Un contesto che per Scott A. Mather si rivelerà alla fine favorevole alla crescita globale internzionale. In generale, i mercati emergenti hanno incontrato difficoltà in termini di crescita, anche quelli con bilanci estremamente solidi. Scott A. Mather ritiene che nei prossimi anni molte di queste economie inizieranno a tornare verso i livelli di crescita potenziali, avendo già avviato misure di adeguamento strutturale che dovrebbero incrementare le prospettive di crescita a medio termine. Per questi paesi sarà inoltre più semplice crescere in un contesto caratterizzato da una più rapida espansione delle economie sviluppate. La combinazione di questi fattori indica che il tasso di crescita potenziale può essere nuovamente raggiunto, soprattutto dai mercati emergenti che non devono affrontare altri ostacoli strutturali o particolari problematiche sul fronte politico. Un altro aspetto importante è il ciclo politico.

“È importante notare che quest'anno sono previste importanti elezioni in diversi paesi emergenti, il che li renderà probabilmente meno reattivi all'attuale contesto. Una volta trascorse le scadenze elettorali, riteniamo che le dinamiche di crescita torneranno a evidenziare un'ottimizzazione nei prossimi anni e ci aspettiamo che i paesi con i fondamentali più solidi sul fronte del debito e dell'inflazione prosperino” puntualizza Scott A. Mather.

Nei prossimi anni gli investitori obbligazionari globali avranno l'opportunità di sfruttare un mondo a velocità differenziate; d'altra parte le economie con un'elevata correlazione in termini di politica monetaria o di sviluppo economico non saranno più molte, facendo emergere differenze a macchia di leopardo. Alcuni paesi normalizzeranno i tassi d'interesse, il che significa che in tali mercati occorrerà adottare un posizionamento più difensivo sul fronte del rischio obbligazionario, mentre altri continueranno ad adottare misure di stimolo monetario. Molto spesso i mercati eccedono in entrambi i sensi.

“Quindi, per un investitore in grado di attingere alla gamma di opportunità globali questo contesto presenta rischi, ma anche vantaggi. Occorre pensare alla difesa e all'attacco, ma nei prossimi anni le opportunità di generazione di alfa saranno molto più numerose. Le opportunità sono dunque interessanti rispetto al contesto generale” sottolinea Scott A. Mather.
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