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BTP e Bonos hanno ancora valore

7 Maggio 2014 12:00
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“Ho imparato a non credere in tutto quello che si dice e passo il tempo a studiare e verificare se quello che si dice possa essere vero”. Con questa affermazione Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest, fa immediatamente capire perché il suo approccio è spesso contrarian rispetto a molti gestori di portafoglio.

“Le Borse e i tassi d'interesse sono in trading range da diversi mesi mentre sul mercato dei cambi si intensifica lo scontro verbale tra le banche centrali del G3 (BCE, FED, BOJ) nel tentativo di impedire le rivalutazioni delle loro divise. Molti operatori si sono posizionati per una prosecuzione del trend rialzista delle borse e per un rialzo dei tassi, acquistando equity e vendendo bond, ma i tassi hanno fermato al momento il movimento al rialzo e scendono da mesi le principali borse sono rimaste sostanzialmente sui livelli di sei mesi fa. Siamo in una situazione di attesa” spiega Maurizio Novelli che poi prosegue:

“Nel frattempo, però, il rallentamento economico in corso in Cina e sui mercati emergenti non sembra preoccupare più di tanto i sostenitori della ripresa economica mondiale. La tesi prevalente è che la forza di Stati Uniti ed Europa (peraltro tutta da verificare) sarà un fattore di traino per tutta l'economia mondiale e quindi il rallentamento di Asia e America Latina non avrà nessun impatto. Più o meno la stessa teoria che era molto in voga prima della crisi del 2008, quando si diceva, con arrogante sicurezza, che una crisi economica in USA sarebbe stata facilmente superata grazie alla forza dell'economia cinese”.

Il dato di fatto, per Maurizio Novelli, è che le economie occidentali hanno aumentato la dipendenza dalla crescita economica delle economie emergenti, così come le economie emergenti (e il Giappone) sono oggi molto più vulnerabili alle debolezze cinesi. Ecco perché, in un mercato che sembra aver già scontato tutto, sarebbe prudente chiedersi da dove possono arrivare le sorprese.

“Nessuno sembra infatti rendersi conto che lo scorso anno, dopo la più grande revisione contabile al rialzo del PIL USA da 84 anni a questa parte, il risultato finale è stata una crescita di 1,9% rispetto al 2,7% atteso. Per fortuna che "la contabilità" ha dato una mano. Oggi ci aspettiamo per il 2014 un bel 2,8% - 3% ma i primi tre mesi se ne sono già andati con una crescita zero. Non sono quindi così sicuro che la sorpresa per i mercati sia sul timing dei tassi USA ma piuttosto sul fatto che i profitti attesi non possano essere raggiunti semplicemente perché la crescita non sarà quella già scontata. Questo è il principale motivo per il quale continuo a guardare ai mercati azionari con un certo scetticismo, proprio quando invece il consenso generale continua ad essere molto rialzista”.

Per Maurizio Novelli a questo punto il maggiore danno che si può subire a livello globale sarebbe un dollaro forte e tassi più alti in America, esattamente quello che il mercato sconta da mesi, ma che (fortunatamente per Maurizio Novelli) non sta succedendo.

“Quindi a mio parere i rischi di scenari negativi per i mercati non dovrebbero essere ricercati in tassi USA più alti ma nei tassi USA più bassi. Se infatti i tassi non dovessero salire come previsto sarebbe perché abbiamo problemi sulla crescita e le attese sui profitti aziendali sarebbero troppo alti per gli attuali livelli di prezzo /utili (p/e) che alcuni mercati hanno raggiunto”.

In questo scenario, la strategia di gestione del portafoglio del Fondo Global Strategy resta sempre orientata a posizioni long/short sugli indici dei principali mercati azionari.

“Attualmente siamo long (rialzisti) su Piazza Affari, sul settore gold mining e sul Nikkei e short (ribassisti) sul DAX di Francoforte e sul FTSE di Londra, con una esposizione netta neutrale. Nel comparto valutario continuiamo a mantenere posizioni short (ribassiste) sul cambio dollaro Usa / euro anche perché la BCE non è nella condizione di implementare in modo così rapido il Quantitative Easing a differenza della FED che dispone di armi più convincenti per operare in contrasto alla deflazione mondiale” fa presente Maurizio Novelli che, alla luce del rallentamento dell'economia giapponese e del probabile nuovo intervento da parte della BOJ (Bank of Japan) rimane short (ribassista) sul cambio yen/euro e rialzista, come accennato prima, sull’equity giapponese. Per quanto riguarda poi il reddito fisso, il portafoglio obbligazionario rimane coerente con uno scenario di crescita debole, deflazione strisciante e tassi bassi per ancora lungo tempo.

“In particolare ritengo che i tassi su alcune emissioni emerging markets in dollari Usa siano già troppo alti anche per uno scenario di crescita, mentre rimango ancora positivo sulla tendenza in corso sui Btp e sui Bonos grazie al trend politico / riformista in Italia. In questo contesto le nostre posizioni sui BTP sono concentrate sui decennali e trentennali”.
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