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È Singapore la città più cara

5 Marzo 2014 09:10

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balzo di cinque punti Singapore ha strappato lo scettro della città più cara del mondo dalle mani di Tokyo, prima in classifica lo scorso anno.

Secondo l’analisi dell’Economist Intelligence Unit, Singapore ha saltato cinque punti in classifica battendo concorrenti quali Parigi, Oslo, Zurigo e Sydney, mentre la capitale giapponese Tokyo è scesa fino alla sesta posizione. La relazione prende in esame i prezzi dei prodotti e dei servizi, dal cibo al vestiario, dai trasporti alle scuole, usando New York come base per l’analisi.

L’ascesa dell’isola è in parte attribuibile alla valuta della repubblica, che ha guadagnato oltre il 35% nei soli ultimi dieci anni, ma come sostiene Jon Copestake, il redattore della relazione dell’Economist, un aumento così consistente e generalizzato dei prezzi è da attribuire anche alla forte dipendenza dalle importazioni. Guardando l’andamento dell’inflazione rispetto agli ultimi dieci anni, si osserva come questa sia stata mediamente del 2,8%, in netto rialzo se paragonata soprattutto con il decennio precedente, che registrava un’inflazione intorno all’1%.

È nella vita e nei servizi quotidiani che si nota maggiormente quanto sia più cara la vita nella capitale dell’isola rispetto ad altre città nel mondo. Le spese legate al trasporto sono tre volte superiori a quelle che si registrano a New York, nell’acquisto dei capi d’abbigliamento legati al mondo del lusso, Singapore si è rivelata essere la più cara. Chi volesse comprare un’automobile a Singapore sarebbe costretto a pagare tasse e accise ben superiori alle altre città in esame ed anche potendo permettersi l’acquisto non sarà così semplice ottenere tutti i permessi: questi infatti vengono messi all’asta dal Governo, diventando uno strumento per il controllo dell'inquinamento e del traffico.

In questo scenario i prezzi delle abitazioni hanno subito la stessa sorte, registrando una decisa impennata negli ultimi anni. Lo stesso è successo con gli stipendi: l’espansione del settore del private banking ha attirato sull’isola i migliori talenti, alzando di gran lunga il salario medio rispetto ai colleghi di Hong Kong. Nonostante un tasso di disoccupazione fermo all’1,8%, il Governo ha dato via ad una campagna per combattere la manodopera straniera a buon mercato. Storicamente Singapore è un paese con una lunga storia di immigrazione ed una popolazione piuttosto variegata di cinesi, malesi ed indiani, con un tasso di lavoratori stranieri che tocca il 50% nel settore dei servizi.

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