Fondi bilanciati
Tra bond e azioni con la migliore flessibilità
11 Febbraio 2014 09:10

visioni per l’anno in corso indicano uno scenario con possibili rialzi dei tassi di interesse sui titoli a medio lungo termine. Ricordiamo che se i tassi tendono a salire, le quotazioni (che si muovo in direzione opposta all’andamento dei tassi) si spingono verso il basso: basti pensare, per esempio, che tra maggio e giugno dello scorso anno, a fonte di un aumento dei tassi dei titoli di stato USA e tedeschi tra lo 0,5% e i punto percentuale, i bund tedeschi e i treasury americani a medio lungo termine hanno perso tra il 5% e il 10%.
Sul versante azionario, invece, sebbene le attese siano per un’annata positiva (se non altro rispetto al mercato obbligazionario), tutti concordano nel ritenere che occorrerà fare i conti con una volatilità molto più spinta rispetto a quella addomesticata del secondo semestre del 2013. Questo vuol dire che gli investitori dovranno saper scegliere il momento opportuno per entrare in Borsa o per aumentare (o diminuire) l’esposizione all’equity per evitare perdite in conto capitale anche piuttosto salate.
Ci sarebbe poi l’ampio settore delle materie prime che, tuttavia, non sembra vivere un buon momento e, soprattutto, non è accreditato di buone prospettive: questo non vuol dire che non sia possibile catturare delle opportunità nelle commodity ma sarà possibile farlo solo scegliendo il timing giusto di entrata e di uscita su singole materie prime (oro, petrolio, gas naturale, grano, rame, alluminio ecc.).
In questo scenario un fondo bilanciato flessibile con un team esperto capace di allestire un portafoglio dinamico che sappia adeguarsi alle diverse condizioni dei mercati e che sia in grado di controllare la volatilità complessiva del portafoglio soppesando, di volta in volta, il profilo rischio / rendimento delle asset class nelle quale investe, dovrebbe riuscire a generare delle buone performance.
Sul versante azionario, invece, sebbene le attese siano per un’annata positiva (se non altro rispetto al mercato obbligazionario), tutti concordano nel ritenere che occorrerà fare i conti con una volatilità molto più spinta rispetto a quella addomesticata del secondo semestre del 2013. Questo vuol dire che gli investitori dovranno saper scegliere il momento opportuno per entrare in Borsa o per aumentare (o diminuire) l’esposizione all’equity per evitare perdite in conto capitale anche piuttosto salate.
Ci sarebbe poi l’ampio settore delle materie prime che, tuttavia, non sembra vivere un buon momento e, soprattutto, non è accreditato di buone prospettive: questo non vuol dire che non sia possibile catturare delle opportunità nelle commodity ma sarà possibile farlo solo scegliendo il timing giusto di entrata e di uscita su singole materie prime (oro, petrolio, gas naturale, grano, rame, alluminio ecc.).
In questo scenario un fondo bilanciato flessibile con un team esperto capace di allestire un portafoglio dinamico che sappia adeguarsi alle diverse condizioni dei mercati e che sia in grado di controllare la volatilità complessiva del portafoglio soppesando, di volta in volta, il profilo rischio / rendimento delle asset class nelle quale investe, dovrebbe riuscire a generare delle buone performance.
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