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La geografia dello shadow banking

16 Gennaio 2014 12:30
financialounge -  giappone mercati emergenti Regno Unito shadow banking USA
La crescita dell’intermediazione finanziaria non bancaria presenta notevoli differenze a seconda dell’area geografica. Si passa dal +11% della Spagna al +42% della Cina. Sono infatti i Paesi emergenti le aree che hanno mostrato l’aumento più rapido degli asset appartenenti al sistema finanziario non bancario.

Lo rileva l’ultimo studio sullo shadow banking del Financial Stability Board (FSB), pubblicato a novembre sui dati di fine 2012 che indica come ben quattro aree emergenti abbiano registrato tassi di crescita superiori al 20% (Cina, Argentina, India, Sud Africa). Si tratta in ogni caso di realtà dove l’intermediazione finanziaria non bancaria è contenuta in termini assoluti.

Il Paese dove il fenomeno è maggiormente rilevante in termini assoluti (secondo i dati di fine 2012) sono infatti gli Stati Uniti con asset per 26 trillioni di dollari, seguiti dall’aerea euro a 22 trillioni e dal Regno Unito (9 trillioni) e dal Giappone (4 trillioni). Rispetto al 2011 la quota USA sul totale dell’intermediazione finanziaria non bancaria è aumentata dal 35% al 37%, l’euro area è scesa dal 33% al 31% mentre in UK è diminuita dal 14% al 12%. I numeri aggregati nascondo una considerevole eterogeneità tra Paesi anche a livello di rilevanza del fenomeno in relazione ai rispettivi sistemi finanziari ed economici domestici.

Se confrontato con il PIL, in diversi Paesi emergenti che pure stanno sperimentando una rapida crescita, il fenomeno rimane relativamente piccolo. In India, Turchia, Indonesia, Argentina, Russia, ed Arabia Saudita si ferma sotto il 20% del PIL. Tre aree - i Paesi Bassi, il Regno Unito e la Svizzera - hanno invece sistemi finanziari non bancari che sono grandi più di due volte i rispettivi PIL.

In ogni caso, queste giurisdizioni hanno anche sistemi bancari relativamente grandi in relazione al loro prodotto interno lordo. Parte di questa concentrazione è attribuibile al loro ruolo di centri finanziari o di ospiti di attività finanziare portate avanti da istituzioni straniere.

Le dimensioni totali del fenomeno dell’intermediazione finanziaria non bancaria (relativamente alle aree considerate dallo studio) si attestano in termini di asset alla metà del sistema bancario. Ma anche qui ci sono sensibili differenze caso per caso, che vanno da un peso inferiore al 10% fino al 152% dell’Olanda e al 174% degli Stati Uniti.
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