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L'industria del Risparmio - 3 dicembre 2012

4 Dicembre 2012 14:00
financialounge -  Affari&Finanza banche centrali consumi fondi a cedola Fondi obbligazionari inflazione materie prime
Per adesso se ne parla soltanto come un potenziale pericolo. Tuttavia l’inflazione è sempre in agguato e, come fanno notare gli esperti finanziari, tutta questa ingente liquidità che le banche centrali occidentali stanno immettendo sul mercato prima o poi potrebbe scatenare una nuova fiammata di prezzi al consumo.

Senza dimenticare poi che le quotazioni delle materie prime restano sostenute nonostante il forte rallentamento delle economie di tutto il mondo.

Per contrastare i pericoli dell’inflazione nei prossimi anni, gli investitori possono ricorre a strumenti ad hoc tra i quali, in primis, gli inflation linked bond. Si tratta di obbligazioni che pagano una cedola, semestrale o annuale, e liquidano il capitale maggiorato del tasso d’inflazione del periodo.

Per esempio il Btp inflation linked settembre 2016 paga una cedola annuale del 2,21%. Ipotizzando un’inflazione europea (questo bond è infatti agganciato al costo della vita del Vecchio continente) al 2% annuo, la cedola del settembre 2012 dovrebbe essere di 221 euro (ogni 10 mila euro di nominale): se l’inflazione si mantenesse sempre fino alla scadenza del settembre 2016 al 2% annuo, le cedole annue future crescerebbero di tale importo fino a raggiungere 239 euro nel settembre 2016. Inoltre, sempre alla scadenza, oltre al capitale nominale (nell’ipotesi pari a 10 mila euro), il bond liquiderebbe anche 1.393 euro come rivalutazione per adeguare il capitale al costo della vita dei 4 anni.

Pertanto i bond inflation linked consentono di rispondere alla precisa esigenza di quegli investitori che temono un riacutizzarsi dell’inflazione nei prossimi anni e vogliono mettere al riparo i loro risparmi: la raccomandazione è quella di utilizzare i fondi inflation linked in modo da diversificare il portafoglio e il rischio complessivo dell’investimento.

Se, al contrario, non si hanno particolari preoccupazioni sul possibile incremento dei prezzi al consumo per i prossimi anni, è meglio puntare sui bond tradizionali che, di solito, sono, a parità di inflazione, più stabili e offrono un rendimento lievemente superiore.
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