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Con le Banche europee la cautela è d’obbligo

31 Ottobre 2012 08:00
financialounge -  Europa Eurozona finanza mercati azionari settore bancario settore immobiliare USA
Questa lunga crisi economico – finanziaria ha preso origine dalla banche americane per poi propagarsi all’intero sistema finanziario. Nel luglio 2007, lo scoppio della crisi dei mutui subprime americani, erogati con troppa superficialità dagli istituti di credito degli Stati Uniti anche alle famiglie con scarsa capacità di reddito, determinò l’inizio della caduta del mercato immobiliare Usa con forti ripercussioni sugli attivi patrimoniali delle banche a stelle e strisce.

L’anno successivo, invece, il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers assestò un colpo durissimo al sistema finanziario già sfibrato dalla crisi dei mutui subprime con la conseguenza che, per salvare le banche, i governi dovettero ricorrere a nuovi ingenti debiti pubblici. Poi è toccato alla crisi del debito sovrano della zona euro che nell’estate del 2011 ha provocato terremoti in tutti i mercati finanziari.

Non è quindi assolutamente un caso se, dal 2007 a oggi, tra i settori di Borsa più colpiti in assoluto, figuri quello bancario europeo: negli ultimi 5 anni, l’indice Stoxx 600 bancario, che raggruppa i 46 istituti di credito più importanti del Vecchio continente, ha lasciato sul parterre il 63,27% contro il -15,34% dell’indice Stoxx 600, il paniere azionario globale europeo. Ancora più evidente le differenze di performance negli ultimi 3 e 2 anni: negli ultimi 36 mesi, lo Stoxx 600 ha guadagnato il 24,66% contro il -29.59% dello Stoxx 600 bank mentre negli ultimi due anni lo Stoxx 600 bank è arretrato del 24,33% contro un rialzo del 10,98% dello Stoxx 600.

Tuttavia, anche in questo contesto negativo per il segmento bancario europero, ci sono stati alcuni istituti che sono stati premiati in Borsa a discapito di altri che invece hanno sofferto ancora più della media di settore. Tra i primi, negli ultimi tre anni, figurano Swedbank (+130,5%), Banque Canto (+62.2%), Swenska Han. (+5,3%), Seb (+46,7%), Pohjola Bank (+37,9%), Dnb Asa (+18,6%), Standard Chartered (+7,4%), Nordea Bank (+7,1%) e Julius Baer group (+1.6%). Tra i secondi, invece, ci sono Bank Ireland (-95,2%), National Bank Greece (-90,4%), Mps (-81,2%), Banco Popular (-79,9%), Unicredit (-79,3%), Banco Espirito Santo(-78,7%), Commerzbank (-78,2%).

È la conferma che, anche nel settore bancario, la selezione può fare la differenza. Gli esperti, in ogni caso, concordano con una raccomandazione: sebbene le attuali valutazioni delle banche europee siano molto al di sotto delle loro medie decennali, per investire in questo settore anche tramite fondi azionari specializzati occorre molta cautela.
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