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Affari&Finanza

L'industria del Risparmio - 8 ottobre 2012

9 Ottobre 2012 14:00
financialounge -  Affari&Finanza benchmark Fondi obbligazionari mercati valutari titoli di stato
La crisi del debito sovrano della zona euro e, più in generale, l’incremento dei debiti dei Paesi occidentali, sta obbligando i gestori internazionali a ricercare benchmark diversi da quelli classici, con l’obiettivo di allestire portafogli obbligazionari governativi di alta qualità. I benchmark obbligazionari governativi internazionali classici, quelli cioè più comunemente usati dai fondi che investono in titoli di stato di tutto il mondo, presentano diversi difetti strutturali.

Per prima cosa includono i titoli delle nazioni più indebitate come, per esempio, Stati Uniti, Giappone e Italia. Inoltre risultano di norma sovraesposti soltanto a poche divise valutarie: dollaro Usa, euro, yen giapponese, sterlina inglese. Per tutte queste ragioni, e in considerazione del fatto che il mondo sta cambiando rapidamente con le economie emergenti sempre più dinamiche e solide (a cominciare da Cina, India, Brasile e Russia), diverse case d’investimento hanno messo a punto un approccio diverso per investire nel segmento obbligazionario governativo in modo da tenere conto di fattori fondamentali e non statici.

Il nuovo universo di investimento parte dalla lista degli oltre 200 Paesi elencati dalla Banca Mondiale, sulla quale viene applicato un filtro costituito da tre criteri: la qualità delle politiche fiscali a lungo termine, le dinamiche dei tassi di interesse e le previsioni sulla valuta. L’obiettivo è quello di allestire un portafoglio di elevato standing qualitativo e reddituale basato su approfondite analisi finanziarie e di sostenibilita` nel breve e, soprattutto, nel medio lungo termine.

Tenuti in alta considerazione anche parametri quali la stabilità politica e democratica, un sistema di legalità certa, la trasparenza istituzionale, il livello della corruzione, la capacità e la volontà del Paese di ripagare i propri debiti, e la possibilità di evitare possibili crisi esterne ed interne.
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