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Spegnere la sete del mondo

7 Settembre 2012 20:00
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Studi delle Nazioni Unite e dell’OCSE mettono in evidenza l’urgenza di un migliore approvvigionamento idrico. Preziose e al tempo stesso sprecate.

Questo è lo stato precario delle risorse idriche mondiali, come indicato in alcuni nuovi studi delle Nazioni Unite e dell’OCSE. I rapporti, pubblicati in coincidenza con il World Water Forum di marzo a Marsiglia, predicono che la crescita della popolazione e il cambiamento climatico potrebbero presto trasformare l’acqua dolce in una delle risorse più scarse al mondo. Secondo l’OCSE, con una previsione di aumento della popolazione mondiale di 2 miliardi nei prossimi 40 anni, da 7 a 9 miliardi, si può stimare che la domanda di acqua crescerà di oltre il 50%. In un simile scenario, due persone su cinque si troveranno a vivere in aree in condizioni di«stress idrico».

L’agricoltura è la principale causa di questa rapida impennata della domanda di acqua. Per alimentare 9 miliardi di persone nel 2050,gli agricoltori dovranno incrementare la loro produzione del 70%. Questo, a giudizio delle Nazioni Unite, farà aumentare la domanda di acqua da parte dell’industria agricola del 20%, un incremento notevole per un settore che già consuma più di due terzi dell’acqua utilizzabile mondiale. Lo squilibrio tra la domanda e l’offerta verrà accentuato dai cambiamenti climatici a livello mondiale. I cambiamenti nei modelli delle precipitazioni piovose, la rapida sparizione dei ghiacciai e la modifica della portata dei fiumi sono tutti fenomeni che avranno un effetto negativo sull’offerta di acqua, secondo le conclusioni delle Nazioni Unite.

Allentare la tensione – soluzioni dal settore privato
Anche se trovare l’equilibrio tra domanda e offerta sarà un processo difficile, vi sono motivi per credere che il quadro non sarà così fosco. La crisi è evitabile e la soluzione consiste nel trovare modalità per gestire le domande tra loro concorrenti dei maggiori consumatori di acqua - agricoltori, produttori di energia e famiglie. Le organizzazioni sopranazionali come le Nazioni Unite e l’OCSE, i governi e le aziende di servizi di pubblica utilità nel campo dell’acqua giocheranno ovviamente un ruolo determinante nell’assicurare che le risorse idriche mondiali vengano gestite in modo efficiente. Ma queste entità non commerciali non sono attrezzate per risolvere da sole questi problemi - anche il settore privato sarà chiamato a fornire un significativo contributo. Nella sua qualità di gestore degli investimenti, Pictet Asset Management crede da sempre nella capacità delle aziende private di contribuire a risolvere alcuni dei problemi che minacciano di ostacolare il progresso economico. Queste abilità e competenze sono largamente presenti nell‘industria dei servizi idrici – sono molte le aziende in possesso dell’esperienza gestionale, dei prodotti e dei servizi per contribuire ad allentare la tensione sulle risorse idriche mondiali. Un aspetto altrettanto importante è che queste aziende hanno anche accesso ai capitali necessari.

Nell’area del riciclaggio dell’acqua, un’attività che sarà cruciale per trovare una soluzione alla scarsità di acqua nel mondo, le capacità del settore privato vengono messe in gioco con effetti particolarmente positivi. A livello mondiale attualmente viene riciclato solo il 20% dell’acqua utilizzata, un livello insostenibilmente basso se si vuole arrivare a trovare un equilibrio tra domanda ed offerta. Vi sono comunque elementi per affermare che le tecnologie di trattamento dell’acqua in corso di sviluppo da parte delle aziende private possono avere un impatto significativo sui tassi di riutilizzo dell’acqua. Il Cile, ad esempio, uno dei pionieri nella privatizzazione dei servizi idrici, ora tratta o ricicla il 90% delle sue acque reflue urbane rispetto ad appena l’8% di una ventina di anni fa. A Sidney la percentuale è vicina al 100%1. Questi successi possono essere ripetuti in altri paesi.
Il riciclaggio dell’acqua è ormai al centro dell’attenzione per i governi locali e nazionali sia nel mondo sviluppato che in quello in via di sviluppo. Come risposta, molte delle maggiori aziende nel settore dei servizi idrici hanno fatto del riciclaggio una priorità, investendo intensamente nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecniche di purificazione delle acque reflue.

Ma il riciclaggio dell’acqua è solo una delle molte aree in cui le società private stanno facendo la differenza. Lo sviluppo di tecniche di irrigazione più efficienti è un altro campo in cui queste aziende sono all’avanguardia Scoperte tecnologiche vengono anche fatte nell’area del costo della desalinizzazione e del suo impatto sull’ambiente in generale.

Un investimento con orizzonte a lungo termine
Complessivamente il mondo dovrà investire un trilione di dollari all’anno fino al 2030 per la salvaguardia delle sue risorse idriche. È questo lo scenario in cui è prevedibile che il settore dei servizi idrici potrà sostenere il suo elevato tasso di crescita, pari attualmente al 6% annuo. Per gli investitori, ciò costituisce un’opportunità interessante: gran parte dell’espansione di questa industria avverrà tramite il settore privato. Le società private rappresentano attualmente solo l’8% del mercato dei servizi idrici globali, ma questo dato si prevede salirà al 21% nel prossimo decennio, guidato in gran parte dall’esternalizzazione dei servizi idrici in tutto il mondo. Acquisire una partecipazione nelle società in grado di contribuire a fare uscire il mondo dalla crisi idrica può pertanto essere un’occasione irripetibile per gli investitori.

Il fondo Pictet-Water
Gli investitori possono acquisire una esposizione verso le opportunità d’investimento disponibili nel settore dell’acqua tramite il fondo Pictet-Water.

Il fondo investe in un’ampia gamma di azioni collegate ai servizi dell’acqua, aziende ben posizionate per beneficiare dell’investimento nell’infrastruttura idrica globale.

Combinando investimenti in aziende di servizi di pubblica utilità gestite in modo prudente con posizioni che dispongono di un notevole potenziale di crescita a lungo termine, il fondo ottiene un profilo di rischio/rendimento più interessante di quello delle azioni globali.


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