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Perché cresce la voglia di cedola anche nei fondi

24 Luglio 2012 00:00
financialounge -  emotività fondi a cedola fondi a distribuzione orizzonte temporale performance rimborso
Quando si decide un investimento finanziario quello che conta, a parità di rischi, è la performance finale dell’investimento. Se, per esempio, ho investito 100 mila euro cinque anni fa e oggi me ne ritrovo 127.600 ho ottenuto un rendimento complessivo finale del 27,6% pari a circa il 5% annuo composto. Un risultato che potrebbe anche essere soddisfacente ma che forse potrebbe nascondere alcuni aspetti vissuti dal sottoscrittore non proprio piacevoli.

Facciamo un esempio.
Ipotizziamo di aver acquistato un fondo 5 anni fa investendo 100 mila euro. L’anno successivo il capitale valeva 110 mila euro (+10%), ma al secondo scendeva a 85.000 euro (-22,73%) per poi risalire a 95.000 l’anno successivo (+11,76%), quindi a 90 mila euro al quarto anno (-5,26%) per poi attestarsi ai 127.600 euro finali (+41,78% quell’anno e +27,6% nei 5 anni).

È evidente che questa ipotesi narra tutta un’altra storia: la sostanza dice che il rendimento finale sarebbe stato del 27,6% nei 5 anni ma con alti e bassi davvero notevoli con contraccolpi anche emotivi non indifferenti. Se lo stesso fondo, avesse invece previsto una cedola annua del 4% (pari cioè a 4.000 euro all’anno), le cose sarebbero state vissute molto diversamente dal sottoscrittore.

Infatti al primo anno avrebbe incassato 4000 euro con le quote che valevano 106.000 euro. Al secondo anno, a fronte di un capitale in quote sceso a 77.910 euro, sarebbero stati incassati altri 4.000 euro e così anche al terzo anno (quando il valore delle quote sarebbe stato di 83.070 euro): al quarto anno altri 4000 euro e così al quinto per un totale di 20 mila euro in 5 anni e un capitale finale di 101.912 euro.

Se l’investitore avesse reinvestito regolarmente i dividendi annui nel fondo avrebbe ottenuto lo stesso capitale finale (127.600 euro) mentre se avesse speso le cedole anno per anno avrebbe ottenuto un capitale inferiore (121.912 euro) ma avrebbe beneficiato di un flusso annuo di reddito pari a 4.000 euro: una somma impiegabile per un viaggio, per la retta scolastica dei figli, per l’iscrizione a un club riservato o semplicemente per integrare il reddito.

Ecco perché i fondi a distribuzione dei proventi sono sempre più ricercati dagli investitori e sempre più proposti dalle case d’investimento.
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