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Dall’asset allocation all’asset risk

29 Giugno 2012 09:00
financialounge -  asset allocation Banca d'Italia come investire diversificazione euro italia livello di rischio rating
La distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane è piuttosto assortita. Ma, secondo molti esperti finanziari, si tratta solo di un effetto ottico che sarebbe meglio correggere. Vediamo perché.

In base all’ultima rilevazione resa nota dalla Banca d’Italia, le attività delle famiglie italiane a fine dicembre 2011 risultavano diversificate in almeno 7 macro categorie di investimento e in 18 sotto categorie. Per la precisione il giardinetto complessivo era composto per il 3,1% in biglietti e monete, per il 27,7% in strumenti bancari (sia depositi che obbligazioni), per l’8,9% in depositi postali, per il 4,3% in titoli pubblici, per il 3,9% in fondi comuni italiani, per il 21,1% in azioni e partecipazioni italiane, per il 18,4% in assicurazioni, fondi pensione e Tfr.

Tuttavia, un’asset allocation di questo tipo se può superare l’esame alla prova dell’asset allocation classica non lo supera a quella dell’asset risk. Infatti, aggregando tutte queste voci, si scopre che ben l’88% dell’attivo delle famiglie italiane ha un rischio comunque riconducibile all’Italia. Ora, sebbene nessuno ritiene molto probabile (e,soprattutto, si augura nemmeno lontanamente) un default del nostro Paese, è altrettanto vero che quello che sta accadendo nella zona euro, ha fatto impennare le preoccupazioni sulla stabilità e sulla solvibilità dell’intero sistema Italia.

Per questa ragione gli esperti di portafoglio raccomandano un nuovo approccio di allocazione degli attivi. Un approccio basato sulla matrice del rischio e non su quella classica dell’asset class.
In altre parole non basta più, come poteva esserlo fino a qualche anno fa, un ampio frazionamento dei risparmi nelle diverse asset class (azioni, obbligazioni, strumenti monetari ecc) ma si rende indispensabile una diversificazione delle tipologie di emittenti all’interno delle singole asset class per area geografica e per merito di credito (rating).

Grazie ad un approccio di questo tipo, l’investitore dovrebbe riuscire a ottenere una diversificazione del rischio di portafoglio capace di affrontare in modo più efficace anche situazioni estreme che nessuno si augura come, per esempio, la disgregazione dell’euro con il ritorno alle divise dei singoli stati membri della Ue.
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