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Le solide basi degli Emergenti

19 Giugno 2012 08:00
financialounge -  cina consumi inflazione mercati emergenti Russia USA
Nonostante i recenti segnali di rallentamento provenienti da Cina e Usa, l’economia mondiale dovrebbe crescere quest’anno in media del 3,7% e di un altro 4% nel 2013. Il problema è che la velocità delle diverse aree economiche mondiali è molto divergente.
Per esempio, aggregando i paesi G10, la crescita nel 2012 dovrebbe salire dell’1,3% e dell’1,6% il prossimo anno: gli Usa però sono accreditati di un +2,2% quest’anno e di un +2,1% nel 2013 mentre la zona euro dovrebbe registrare una contrazione dell’economia dello 0,3% quest’anno e un’espansione dello 0,9% il prossimo.

Le economia dei Paesi in via di sviluppo, invece, dovrebbero mettere a segno un +6,1% nel 2012 e un +6,3% nel 2013. L’area asiatica emergente sarà la locomotiva (grazie a Cina, India e Indonesia) con un +7,4% quest’anno e un +7,5% nel prossimo mentre l’area emergente sudamericana dovrebbe accumulare una crescita del 3,9% sia quest’anno che il prossimo: in mezzo a queste due aree in via di sviluppo, si posiziona la Russia con un +5,0% del pil quest’anno e un +4% per il 2013.

Ma c’è di più. Non solo la crescita delle economie emergenti proseguirà ad un ritmo più sostenuto rispetto alle economie occidentali, ma anche i deficit di bilancio degli stati e i loro rispettivi indebitamenti mostrano segnali molto più incoraggianti. Infatti, la maggior parte degli emerging markets può vantare debiti statali molto contenuti (con un rapporto debito /pil quasi sempre al di sotto del 60%), deficit annuali (se non, addirittura, surplus) da far invidia agli Stati Uniti e all’Europa, una bilancia commerciale positiva e in continua evoluzione.

Anche l’inflazione, uno degli ultimi punti critici che caratterizzano i paesi in via di sviluppo, pur restando su livelli superiori a quelli dei Paesi occidentali, fornisce segnali incoraggianti di miglioramento: per il 2012 il costo della vita degli emerging market è stimato in rialzo del 4,9% e del 4,7% l’anno successivo. Si tratta di livelli inferiori al 6,2% del 2011 e al 5,6% del 2010.

Infine, ma non meno rilevante, le economie emergenti possono vantare su una popolazione mediamente più giovane di Usa e Europa e, soprattutto, su una fascia di consumatori in continua crescita grazie anche agli aumenti dei salari e della ricchezza tra i vari strati delle popolazioni.
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