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Alla ricerca delle opportunità del 2019 in Europa, emergenti e M&A

I gestori di Martin Currie, affiliata del gruppo Legg Mason, analizzano le prospettive di un 2019 che erediterà diverse incertezze dal 2018 ma potrebbe offrire spunti interessanti in diverse aree e settori.

30 Novembre 2018 16:55

Nell’ultimo scorcio del 2019 i mercati europei sembrano prezzare al momento molto pessimismo, mentre banche, tecnologie hardware e settore auto potrebbero rivelarsi buone opportunità. Intanto le tensioni commerciali tra USA e Cina dovrebbero affievolirsi nel 2019, favorendo in questo modo nuovi accordi commerciali che potranno far crescere il commercio tra mercati emergenti. Altro tema dei prossimi mesi anche l’aumento delle pressioni inflazionistiche, che dovranno trovare l’investitore pronto a individuare aziende con forte potere di determinare i prezzi. Senza dimenticare, sempre per il 2019, la possibile accelerazione delle attività di fusione e acquisizione (M&A). Queste sono le indicazioni più importanti dei gestori delle principali strategie di Martin Currie, affiliata del gruppo Legg Mason: Steve Frost, co-manager del Legg Mason Martin Currie GF European Absolute Alpha Fund, Kim Catechis, Head of Global Emerging Markets, e Zehrid Osmani, Head of Global Long-Term Unconstrained.

TROPPO PESSIMISMO SULL’AZIONARIO EUROPEO


Frost si concentra sull’Europa per osservare che sui mercati c’è “tanto pessimismo, forse troppo”, a differenza di quanto avveniva un anno fa, con i mercati globali ai massimi storici e aspettative verso l’azionario europeo ottimistiche, forse più ottimistiche di quanto fosse opportuno. Ora è subentrato come minimo po’ più di realismo nelle aspettative sugli utili e sui prezzi delle azioni, anche a causa di un certo grado di incertezza da parte degli investitori. Secondo Frost le quattro preoccupazioni presenti a fine 2018 – rialzi della Fed, rallentamento cinese, manovra italiana e Brexit - saranno probabilmente ancora significative all’inizio del nuovo anno.

UN EURO PIÚ FORTE


Ma l’impatto negativo di un euro più forte è ormai superato con risvolti favorevoli per i profitti e la competitività almeno nella prima metà del 2019, mentre l’inflazione ha ormai raggiunto l’obiettivo, il che dovrebbe stimolare la fine dei tassi negativi, con beneficio per le banche. Frost vede anche altre opportunità, come le tecnologie hardware e il settore auto, vicino alla fine dei problemi legati alle emissioni. I mercati europei, sempre secondo Frost, potrebbero essere convenienti nel 2019, ma avranno bisogno di una spinta dalla crescita economica.

UN 2019 DI OPPORTUNITÁ SULL’AZIONARIO EMERGENTE


Catechis si concentra sulla guerra dei dazi, “che potrebbe essere alle ultime battute” e si aspetta che nel 2019 si chiudano alcune partite legate a una serie di fattori top-down, riferendosi all’esaurirsi delle tensioni tra USA e Cina e all’impatto di nuovi accordi commerciali multilaterali soprattutto con i mercati emergenti. In questa prospettiva il gestore segnala temi di investimento come la tecnologia, i consumi domestici, la penetrazione dei servizi finanziari e l’evoluzione del mix energetico. Tutti temi sostenuti dall’urbanizzazione, dalla crescita del ceto medio e dall'aumento degli scambi infra-emergenti grazie a nuovi accordi commerciali come il Regional Comprehensive Economic Partnership e il Trans-Pacific Partnership. Catechis vede ancora dei rischi nella parabola ascendente dei tassi USA con la conseguente forza del dollaro, ma resta abbastanza ottimista su un impatto limitato o temporaneo. Il gestore crede fermamente che nel 2019 l’azionario emergente rappresenterà una buona opportunità, con ROE abbastanza sincronizzato con i mercati sviluppati, mentre i valori del rapporto price-to-book e del price-to-equity rimangono bassi.

Cosa farà scattare un’inversione di ruoli tra USA ed economia globale


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IL RITORNO DELL’INFLAZIONE E IL TREND DELLE M&A


Il focus di Osmani è il ritorno dell’inflazione, una prospettiva che consiglia di puntare su aziende che hanno potere di determinazione dei prezzi, ma osserva che anche le preoccupazioni sui rischi di recessione potrebbero restare un tema importante nel 2019, visto che siamo in fase avanzata del più lungo ciclo di crescita della storia. Il tutto punta a scenari di maggior volatilità, ma secondo il gestore questo offrirà agli investitori a lungo termine buone opportunità per inserirsi in alcune aree interessanti, facendo leva su fattori come la crescita del ceto medio dei mercati emergenti, i trend della robotizzazione, o le aziende esposte sul mercato dei veicoli elettrici. Con l’aumento delle pressioni inflazionistiche nel 2019 sarà comunque sempre più importante concentrarsi su aziende con un forte potere di determinazione dei prezzi e dunque capaci di mantenere i margini di profitto. Inoltre, osserva Osmani, nonostante l'attività di M&A nel 2018 abbia raggiunto livelli record, non va sottovalutato il potenziale di ulteriore accelerazione nel 2019, che potrebbe portare a momenti di euforia, come tipico nelle fasi avanzate del ciclo. Al di là dei movimenti a breve nel 2019, che non mancheranno, il gestore consiglia di continuare a concentrarsi sui temi di lungo termine, come cambiamenti demografici, tecnologia pervasiva e scarsità delle risorse.
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