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Borse europee non recuperano, Piazza Affari in altalena

Le Borse europee falliscono il rimbalzo. Piazza Affari dopo avvio positivo, rallenta. Si preannuncia un’altra giornata di alta volatilità sui mercati finanziari. La Consob ha rinnovato il divieto di vendita allo scoperto

di Fabrizio Arnhold 17 Marzo 2020 11:50
financialounge -  borse coronavirus mercati Piazza Affari Wall Street

Le Borse europee non riescono a rimbalzare,  dopo la giornata difficile di ieri. La seduta di oggi sarà fortemente condizionata dalle notizie sulla diffusione del coronavirus. Nella notte Tokyo ha chiuso in parità (+0,06%), dopo il violento crollo di Wall Street (-13%) e la peggiore seduta dal 1987. Piazza Affari ha aperto positiva, a 5.13%, per poi rallentare a +0,79%, Francoforte a -0,77%, Parigi a -0,62% e Londra a -0,85%. 

NON BASTA LA FED


La mossa della Fed non è stata apprezzata dai mercati. La decisione di ridurre ulteriormente i tassi di interesse allo 0-0,25%, con un piano di quantitative easing di ulteriori 700 miliardi di dollari, non è bastata a riportare un po’ di fiducia sui mercati. Il Dow Jones ha chiuso a -12,93%, a picco anche il Nasdaq (-12,32%) e S&P 500 (-11,98%). 

DIVIETO DI VENDITA ALLO SCOPERTO


La Consob per la seduta di oggi, martedì 17 marzo, ha rinnovato il divieto giornaliero di vendita allo scoperto di 20 titoli azionari quotati nel mercato regolamentato. Lo stop a vendere allo scoperto, ossia senza la titolarità dei titoli, riguarda le 20 azioni che ieri hanno subito una variazione superiore alle soglie previste dal regolamento dello short selling. Su questa linea si stanno muovendo anche le autorità di vigilanza in Francia e Belgio, mentre la Cnmv spagnola è pronta ad avviare un intervento di maggior durata. 

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L’ALLARME CORONAVIRUS


Ieri il Ftse Mib ha chiuso in perdita di 6 punti percentuali, mandando in fumo altri 18 miliardi in termini di capitalizzazione. Le forti vendite seguono il panico generato dalla rapidità di diffusione del coronavirus a livello globale, con il rischio di recessione che riguarda anche gli Stati Uniti. Finora i provvedimenti di politica monetaria non sono serviti a portare un po’ di calma sui listini: gli investitori attendono ora segnali concreti dai governi, con stimoli fiscali in grado di invertire il trend ribassista. 
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