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Indice di fiducia degli investitori, a maggio drastico calo in tutto il mondo

L’indice di fiducia degli investitori istituzionali fa una brusca retromarcia a maggio: pesano le incognite sui dazi commerciali Cina, Ue e USA e l’instabilità in Italia

31 Maggio 2018 10:23

Quasi dodici punti in meno in un mese. Di tanto è sceso a maggio (per la precisione da 115,3 a 103,5 punti) l’indice State Street Investor Confidence Index (ICI) che misura la propensione al rischio da parte degli investitori istituzionali di tutto il mondo quali  i fondi comuni d'investimento aperti e chiusi , SICAV, fondi pensione, finanziarie, assicurazioni, banche.

Grazie agli indici regionali, si può constatare che si tratta di un fenomeno mensili diffuso in modo pressoché identico in tutto il mondo.

GLI INDICI REGIONALI DI FIDUCIA


L’ICI index del Nord America, per esempio è sceso da 113,5 a 104,3, l’ICI index Europa si è contratto da 111,0 a 101,5 e l’ICI ASIA è arretrato da 112,7 a 103,2 punti. L’indice ICI globale è calcolato tenendo conto anche di altre aree (come il Sud America e il Medio Oriente) che hanno registrato un calo dell’indice di fiducia ancora più marcato. I tre principali indici regionali (Nord America, Asia e Europa) sono rimasti ancora sopra quota 100 punti, cioè il livello che discrimina la propensione o meno al rischio da parte degli investitori: sopra quota 100, l’indice segnala una prevalenza della inclinazione da parte degli investitori ad investire nelle asset class più rischiose e viceversa quando il valore dell’indice è sotto quota cento.

[caption id="attachment_126697" align="alignnone" width="525"]IIndice fiducia investitori istituzionali (Investor Confidence Index - Global Index) Indice fiducia investitori istituzionali (Investor Confidence Index - Global Index)[/caption]

FATTORI CHE PESANO SUL SENTIMENT DEGLI INVESTITORI


Tuttavia come hanno commentato gli addetti ai lavori, pur rimanendo oltre la soglia dei 100 punti, i dati dell’ICI index di maggio riflettono una serie di fattori che pesano sul sentiment degli investitori, tra cui le crescenti pressioni inflazionistiche, i tassi di interesse più elevati e le tensioni geopolitiche, che hanno indubbiamente smorzato l'entusiasmo.

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BRUSCO CAMBIO DI REGIME SUI MERCATI


D’altra parte gli investitori istituzionali sono chiamati ad affrontare un brusco cambio di regime dei mercati: dopo un 2017 tranquillo in modo assolutamente ‘anomalo’ siamo passati da febbraio ad un contesto molto più complesso caratterizzato dalla ripresa della volatilità sui mercati azionari che certo non agevola l’appeal delle Borse viste anche le valutazioni che non propriamente allettanti.

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LE NUOVE TENSIONI NELLA ZONA EURO


Inoltre, mentre le tensioni commerciali tra Cina, UE e USA continuano ad aggravare l'incertezza a livello globale, non ha giovato neppure il successo degli antieuropeisti in Italia che sta riproponendo le tensioni sulla stabilità della zona euro.
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