Contatti

Assogestioni

Fondi comuni, un dicembre tra flessione e… riflessione

Nonostante il calo di dicembre, la raccolta del 2018 resta ampiamente positiva. Gli asset manager devono fare attenzione ai “concorrenti storici” proponendo una vera gestione attiva

25 Gennaio 2019 11:25

I dati di Assogestioni sulla raccolta netta dell’industria italiana del risparmio gestito di dicembre evidenziano un saldo negativo per 1,5 miliardi di euro. La raccolta dell’intero 2018 resta ampiamente in attivo per 7,3 miliardi ma gli ultimi mesi del 2018 hanno fatto scattare un preciso campanello d’allarme che gli addetti ai lavori devono saper cogliere per non trovarsi impreparati quest’anno.

LE TRE LEZIONI DA APPRENDERE


Sono tre gli spunti di riflessione per gli addetti ai lavori. Dopo anni di flussi di raccolta record le sottoscrizioni risultano in deciso rallentamento. Siamo passati dai 55 miliardi di raccolta netta del 2016 e dei 77 miliardi del 2017 a deflussi per oltre 11 miliardi dal maggio di quest’anno in poi. Tante le spiegazioni. In primis un aumento della concorrenza, sebbene ancora blanda, da parte del mercato immobiliare e dei titoli di stato. I prezzi delle abitazioni si sono stabilizzati su livelli molto bassi rispetto al 2007-2008 (-30% circa, con punte in alcuni casi anche del -50%) e questo ha riacceso l’interesse soprattutto tra le fasce di investitori inclini al reddito e agli investimenti solidi e non cartacei. I rendimenti dei titoli di stato sono tornati in territorio positivo e hanno spinto anche i provider di conti di deposito ad aumentare i tassi di interesse per attirare il parcheggio della liquidità in attesa di investimenti di medio lungo termine.

TROVARE SOLUZIONI A CHI CERCA REDDITO NELL’OBBLIGAZIONARIO


In parallelo, e siamo alla seconda riflessione, occorre trovare soluzioni valide per gli ‘orfani’ del mercato obbligazionario alla ricerca di rendimento. Non va infatti dimenticato che l’Italia è un paese caratterizzato da una bassa propensione al rischio con i portafogli molto sbilanciati sul reddito fisso. Negli scorsi anni, grazie anche alla Bce che ha inondato i mercati di liquidità acquistando titoli di stato e obbligazioni societarie, le quotazioni del reddito fisso sono aumentate praticamente in tutte le differenti asset class, dai governativi ai corporate bond investment grade (rating medio alto), dagli high yield (rating medio basso) alle emissioni subordinate. Ma nel corso del 2018, gli spread si sono allargati, ovvero i rendimenti sono saliti e i prezzi delle obbligazioni societarie (che si muovono in direzione opposta ai rendimenti) sono scesi provocando sensibili perdite anche nei portafogli obbligazionari: perdite a cui la maggior parte dei risparmiatori non era più abituata. Se poi a questo aggiungiamo che anche il debito emergente ha accusato cali diffusi sulla scia del dollaro forte e dell’avversione al rischio dei grandi investitori internazionali, ecco spiegata gran parte della disaffezione dei sottoscrittori italiani verso i fondi obbligazionari nel 2018.

Obbligazioni, opportunità dai cicli divergenti


Obbligazioni, opportunità dai cicli divergenti





UNA VERA GESTIONE ATTIVA


Ma ora, e siamo alla terza riflessione, gli asset manager devono comprendere che, per non deludere gli investitori, devono fornire loro risposte concrete con prodotti che offrano valore aggiunto. E’ arrivato il momento che la gestione attiva, che comporta costi superiori a quella passiva, dimostri sul campo cosa è davvero capace di fare in termini di protezione del capitale (durante le fasi di correzione dei mercati) e in termini di rendimento (catturando nelle fasi laterali di mercato i titoli che tendono a comportarsi meglio della media a discapito di quelli sopravvalutati.
Share:
Trending