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Attese & Mercati – Settimana dal 20 gennaio 2020

Oltre a Fed e Bce molte altre banche centrali globali si riuniscono per la prima volta nel 2020, e preparano l’arrivo di un mare di liquidità. Intanto si apre a Davos il Forum del WEF con Trump che si prende la scena, ma ci sarà anche Greta. In Italia la politica si riscalda ma per ora non è nel mirino dei mercati

di Virgilio Chelli 20 Gennaio 2020 09:37
financialounge - https://www.flickr.com/photos/worldeconomicforum/49412658448/

DALLE BANCHE CENTRALI GLOBALI IN ARRIVO UN MARE DI LIQUIDITÀ NEL 2020


Non solo Bce e Fed. Molte grandi banche centrali si preparano a tenere il primo meeting del 2020. Gli occhi dell’investitore sono puntati soprattutto su Bank of Japan e Bancan Centrale Cinese, che tra lunedì e venerdì imposteranno la politica monetaria per il nuovo anno, ma c’è attesa anche per le banche centrali di Canada, Norvegia, Indonesia, Malaysia, Turchia a Sud Africa, tutte in calendario nei prossimi giorni. Le attese sono per politiche di allentamento monetario generalizzate a livello globale. I cinesi hanno già ridotto a inizio gennaio i requisiti di riserva obbligatoria per le banche e potrebbero ora andare avanti sulla stessa strada abbassando anche il tasso di riferimento per i prestiti delle banche alla clientela primaria. La casa d’investimento Pictet, come mostra il grafico Reuters/Refinity riportato qui sotto, stima un deciso aumento dei flussi di liquidità che le prime 5 banche centrali immetteranno sul mercato nel 2020, con la Cina questa volta a far la parte del leone con oltre la metà del totale atteso a circa 1.300 mld di dolllari. Secondo la stessa Pictet il mercato avrebbe già prezzato un importo ancora più elevato di oltre 2.000 mld di dollari.

[caption id="attachment_150556" align="alignnone" width="482"]Flussi di liquidità iniettata dal 2015 dalle grandi banche centrali (2020 stima di Pictet AM) Flussi di liquidità iniettata dal 2015 dalle grandi banche centrali (2020 stima di Pictet AM)[/caption]

TUTTI A DAVOS CON TRUMP STAR DEL FORUM SVIZZERO, MA CI SARÀ ANCHE GRETA


Tre anni fa, con Donald Trump fresco di inattesa vittoria contro Hillary Clinton alle presidenziali del 2016, l’eroe di Davos applaudito soprattutto dagli europei era stato il presidente cinese Xi Jinping, paladino del libero mercato globale minacciato dal protezionismo aggressivo del nuovo presidente americano che metteva in pericolo la globalizzazione. Tre anni dopo Trump si prende una bella rivincita presentandosi sulle nevi svizzere del World Economic Forum come vincitore di una guerra dei dazi che non ha fatto le temute stragi di economie e imprese: l’economia americana continua a viaggiare al 2% e Wall Street infila un record dietro l’altro. Ora nel mirino degli americani come manipolatori valutari finiscono gli europei. L’accusa è stata sollevata dalla Cina ma rivolta ad alcuni paesi europei: Germania, Italia e Svizzera. A Davos non ci sarà Xi a fare ombra a Trump ma potrebbe rubargli la scena l’attivista ambientale diciassettenne Greta Thunberg. Trump l’ha già fatta oggetto dei suoi tweet con un "chill, Greta, chill", dai Greta, raffreddati un po’.


LA POLITICA ITALIANA SI RISCALDA CON LE REGIONALI, IL CASO SALVINI E LA CRISI LIBICA


Da domenica 26 l’Italia entra in una lunga stagione elettorale che dovrebbe finire tra maggio e giugno. Infatti si vota per le regionali in Emilia Romagna e Calabria, mentre dopo quattro mesi sarà la volta di Veneto, Campania, Liguria, Toscana, Puglia e Marche. Nei calendari che segnalano agli investitori globali le date da segnare sul calendario queste scadenze sono praticamente assenti, e non sono neppure un fattore segnalato sul mercato azionario e obbligazionario italiani. Per Piazza Affari e BTP sembrerebbe per ora un non evento. L’ultima volta che c’è stato un voto importante, quello delle europee di maggio 2019, a scoppio ritardato ha prodotto la crisi agostana, con qualche fibrillazione notevole sul mercato, e il ribaltamento della maggioranza parlamentare, con il PD al posto della Lega nel ruolo di alleato del M5S. Questa volta inoltre la campagna elettorale si intreccia con l’iter in Parlamento della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini per il caso dei migranti trattenuti sulla nave Gregoretti. Il tutto condito dalla crisi libica che vede l’Italia in prima linea, se non altro per ragioni di prossimità geografica. Dobbiamo prepararci a veder tornare l’Italia nella lista dei fattori da monitorare sui mercati?
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