Contatti

Amundi

Perché gli investitori restano nervosi sulla crisi turca e sull'Italia

La vulnerabilità ai finanziamenti esterni della Turchia dura dal Taper Tantrum del 2013 mentre il governo italiano è atteso sulla legge di bilancio 2019 prevista per l’autunno

29 Agosto 2018 09:58

In un mese di agosto che, nel complesso, non ha registrato turbolenze particolari sui mercati due situazioni hanno preoccupato gli investitori internazionali: quella della Turchia e quelle dell’Italia. Diciamo subito, a scanso di equivoci, che si tratta di due contesti non solo completamente differenti nel modo in cui si sono sviluppati ma anche per quanto concerne la situazione economico – fiscale dei due singoli paesi. Vediamo insieme come e perché.

LA VULNERABILITÁ ESTERA DELLA TURCHIA


La vulnerabilità dai finanziamenti esterni della Turchia non si è mai ripresa dall’episodio del Taper Tantrum del 2013 (quando si ipotizzò la fine del Qe da parte della Fed, ndr). Il deficit attuale delle partite correnti di Ankara supera il 6% del PIL, il debito esterno si posiziona al di sopra del 50% del PIL e i coefficienti di riserva obbligatoria sono ridotti all’osso (coprono meno di quattro mesi di importazioni).

DECLASSAMENTO DEL RATING


Inoltre, mentre i conti fiscali stanno rapidamente peggiorando, con il saldo primario che è diventato negativo a giugno e a luglio nonostante fosse stato previsto al di sopra dello zero nel 2018, le autorità turche hanno fato scadere l’ultimatum per la data per il

La guerra ai mercati già persa da Erdogan, contagio improbabile


La guerra ai mercati già persa da Erdogan, contagio improbabile





rilascio del pastore Brunson, attirando le ire di Washington. Non stupisce quindi che venerdì 17 agosto, l’agenzia Moody’s abbia declassato il rating sovrano della Turchia portandolo da B2 a Ba3 -, mentre S&P Global Ratings l’ha portato da BB a B+

VALUTE EMERGENTI SOTTO PRESSIONE


“E’ vero che l’intero universo delle valute emergenti ha sofferto insieme alla lira turca, ma non in maniera indiscriminata. Infatti i paesi più vulnerabili come l’Argentina e il Sudafrica sono stati quelli più puniti dal mercato” fanno sapere gli esperti di Amundi nell’ultimo Weekly Market Review. I professionisti di Amundi prevedono un rallentamento dell’economia o addirittura una recessione per motivi politici, con una contrazione del PIL della Turchia nel secondo semestre del 2018, con prezzi al consumo che dovrebbero superare il 20 per cento su base annua.

Turchia, Iran, Venezuela: la sfida al dollaro non paga


Turchia, Iran, Venezuela: la sfida al dollaro non paga





SPREAD BTP- BUND VERSO I PICCHI DI MAGGIO


Per quanto riguarda invece la situazione italiana, che ha visto nelle prime due settimane di agosto lo spread dei BTP decennali italiani nei confronti dei bund tedeschi salire verso quasi i picchi di maggio (prima di ripiegare leggermente negli ultimi giorni del mese), le cose da dire sono sostanzialmente due. In primis l’agenzia Moody’s ha annunciato di rimandare qualsiasi decisione sul rating fino alla fine di ottobre, quando saranno diffusi nuovi elementi relativi al bilancio fiscale: una scelta che ha ridato negli ultimi giorni un po’ di fiato allo spread dei BTP, in attesa di maggiore chiarezza sulla situazione fiscale italiana.

PREOCCUPAZIONI SULLA LEGGE DI BILANCIO 2019


In secondo luogo, dal momento che il contenuto della prossima legge di bilancio 2019 è ancora estremamente incerto, la volatilità sul debito italiano dovrebbe proseguire. “E questo nonostante gli spread attuali sembrino già scontare una maggior probabilità di allentamento della posizione fiscale” specificano gli esperti di AMUNDI. I quali non mancano di segnalare anche alcuni aspetti tecnici che giocano (e giocheranno) un rullo non secondario sul mercato dei BTP.

PREVISTE MENO PRESSIONI TECNICHE SUI BTP


“I dati diffusi dalla BCE hanno mostrato che gli investitori stranieri hanno ridotto la loro esposizione a maggio e a giugno, mentre le banche italiane hanno rafforzato le loro posizioni sui BTP. Al contempo, è probabile che l’offerta di nuove obbligazioni da ora fino alla fine del 2018 possa essere sensibilmente più bassa rispetto al primo semestre, e ciò contribuirà a ridurre le pressioni tecniche sui BTP” concludono i professionisti di Amundi.
Share:
Trending