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Politica monetaria

Schroders: prematuro parlare di taglio dei tassi di interesse, ancora rischi di inflazione

Secondo l’economista George Brown, il primo taglio dei tassi può avvenire a giugno però al momento permangono fattori di incertezza che potrebbero incidere sulla dinamica dei prezzi

di Annalisa Lospinuso 27 Gennaio 2024 15:00
financialounge -  economia FED Jerome Powell politica monetaria tassi di interesse

Il tanto atteso taglio dei tassi di interesse potrebbe non tardare molto. Soprattutto negli Stati Uniti stiamo vedendo una crescita che si indebolisce sempre più e un mercato del lavoro che si sta normalizzando. George Brown, Economist di Schroders, sottolinea come i ritardi tra l’azione politica e la reazione dell’economia sembrano essersi allungati, per questo motivo il Fomc non può permettersi di aspettare la piena conferma che la lotta contro l’inflazione è vinta. “Ci aspettiamo che il primo taglio dei tassi avvenga a giugno – sottolinea l’economista – seguito da un allentamento ad ogni altra riunione fino alla fine del 2024”. Però al momento permangono fattori di incertezza che potrebbero incidere sulla dinamica dei prezzi.

VERSO LA NORMALIZZAZIONE DELLA POLITICA MONETARIA


Secondo Schroders, entro la fine dell'anno, i dati dovrebbero mostrare in modo convincente che i tassi restrittivi non sono più necessari, e da lì in poi la Fed potrà iniziare a tagliare i tassi ad ogni riunione per riportarli alla neutralità. “Secondo le nostre stime sarà attorno al 3,50%, partendo dal presupposto che il tasso di interesse neutrale reale sia compreso tra l’1,25% e l’1,50%”, dice Brown.

LA FINTA TELEFONATA DI POWELL


Tuttavia non si può dare nulla per scontato. Un anno fa il mercato aveva scommesso sulla base di rumors, amplificati dalla famosa finta telefonata del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella quale il governatore sembrava affermare che la banca centrale non conosceva un “modo indolore per far scendere l'inflazione”. Si è poi scoperto che si trattava di uno scherzo di una coppia di burloni russi.

ANDAMENTO DELL'ECONOMIA USA


In realtà, contrariamente alle aspettative, l’economia statunitense si è dimostrata straordinariamente resiliente di fronte ai tassi restrittivi, con una crescita del Pil stimata al 2,5% e una media mensile di 225 mila lavoratori non agricoli (non-farm payroll). Nello stesso periodo, l’Ipc core è scesa dal 5,7% al 3,9% e l’inflazione è diminuita ancora di più se si esclude la categoria degli alloggi, che domina il 40% dell’indice. Sulla base di questa misura più ristretta dell’Ipc core, i prezzi sono ora più alti solo del 2,2% rispetto a un anno fa. Anche l’inflazione degli alloggi sembra essere in fase di rientro verso il trend, grazie al calo degli affitti.

ANDAMENTO DELL'INFLAZIONE


L’andamento dell’inflazione “supercore” quest’anno dipenderà in larga misura dagli sviluppi del mercato del lavoro, ma si notano molti progressi nel riequilibrio del mercato del lavoro dopo la pandemia. “Sebbene questo dovrebbe normalmente portare a una moderazione della crescita dei salari – sottolinea Brown – non è affatto garantito. Soprattutto perché sarà un anno di elezioni, che quasi certamente vedranno una rivincita tra Joe Biden e Donald Trump. La possibilità di due esiti molto diversi potrebbe mantenere alta la domanda di lavoro, dato che le aziende di solito rinunciano agli investimenti nei periodi di incertezza. Le aziende potrebbero invece scegliere di utilizzare la flessibilità offerta dal mercato del lavoro per far fronte alle fluttuazioni della domanda”.

PRESTO PER UN TAGLIO DEI TASSI


Secondo Schroders, quindi, la crescita dei salari potrebbe rimanere sostenuta e la produttività potrebbe risultare debole. La combinazione di questi elementi porterebbe in ultima analisi a una pressione al rialzo dei costi unitari del lavoro e, di conseguenza, all’inflazione supercore. Perciò risulta prematuro parlare di taglio dei tassi di interesse, sebbene gli operatori di mercato stiano valutando una probabilità vicina all’80% che i tassi vengano tagliati a marzo. I rischi per l'inflazione sembrano ancora inclinati verso l’alto e questo spiega il tono cauto adottato dal Fomc.
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