L'analisi

Intermonte a Financialounge: il calo dell'inflazione in Italia non aiuta il Pil

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, analizza i dati diffusi oggi sull'andamento dei prezzi: ''In Europa - dice - l'inflazione core è ancora alta, per questo la Bce potrebbe optare per un 'Go & Stop', ovvero un primo taglio dei tassi a giugno e poi una lunga pausa''

di Davide Lentini 30 Aprile 2024 14:41
financialounge -  analisi Antonio Cesarano inflazione Intermonte mercati PIL

“Il calo dell’inflazione in Italia non è sempre positivo”. Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, commenta così a Financialounge.com il dato di aprile dei prezzi al consumo, sceso allo 0,9% dall’1,2% di marzo, e sotto le aspettative dell’1%, nel giorno in cui l’Istat ha stimato la crescita del Pil trimestrale dello 0,3%, +0,6% su base annua.

INFLAZIONE BASSA NON SOSTIENE IL PIL


“L’inflazione bassa potrebbe essere una notizia positiva per i consumatori - commenta Cesarano - ma non lo è per un Paese fortemente indebitato come l’Italia, perché l’inflazione serve a rendere più sostenibile il Pil”. Cesarano ricorda che dal 2012, per calcolare i rapporti debito/pil e deficit/pil, si fa riferimento al pil nominale “e in questo caso l’inflazione fa molto comodo”.

POSSIBILE "GO & STOP" DELLA BCE


In Europa l’inflazione di aprile è rimasta stabile al +2,4%, ma quella core, su cui si basano le decisioni di politica monetaria della Bce, è al +2,7%, sopra le aspettative che la davano al +2,6%. Come inciderà sui provvedimenti della Banca centrale? “Dalle ultime dichiarazioni dei membri della Bce il taglio dei tassi di giugno sembra ormai scontato - spiega Cesarano - Il punto è cosa succederà dopo: ci saranno ulteriori tagli o no?”. Secondo l’analista di Intermonte la Bce si fermerà già nella seduta di luglio per evitare che l’euro si deprezzi troppo e si generi inflazione importata, che renderebbe più complicato il processo di contenimento dell’inflazione stessa. Per Cesarano, quindi, potremmo assistere a un “Go & Stop”, ovvero un primo taglio, e poi una lunga pausa.

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FED TRA TASSI E BILANCIO


Diversa la situazione negli Stati Uniti: “A chiusura del vertice della Fed di domani ci aspettiamo conferme da parte di Powel sui tempi, con una posizione più da ‘falco’: il taglio dei tassi ci sarà - spiega ancora Antonio Cesarano, Chief Global Strategy di Intermonte – ma visti i dati su inflazione e mercato del lavoro sarà rimandato a fine anno, dopo le elezioni. Adesso, però, l’attenzione - aggiunge - si sposta su che cosa intende fare col proprio bilancio: l’intenzione già manifestata da diversi membri è quella di dimezzarlo, perché più si va avanti e più si avvicina dicembre, il momento in cui scade la sospensione del tetto sul debito. Questo vorrebbe dire immettere maggiore liquidità, in prospettiva, sul mercato”.

 
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