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Politica monetaria

La Financière de l’Échiquier svela il possibile motivo dell’attuale rigidità della Fed

Secondo Enguerrand Artaz (La Financière de l’Échiquier) la strategia ‘alti tassi a lungo’ della Fed nonostante il rallentamento dell’inflazione e dell’economia potrebbe permettere di ripulire il mercato dalle aziende inefficienti

di Leo Campagna 10 Ottobre 2023 10:54
financialounge -  Enguerrand Artaz Federal Reserve La Financière de l'Echiquier mercati

La riunione della Federal Reserve (Fed) statunitense del 20 settembre sembra aver segnato uno spartiacque per la traiettoria dei mercati e per quella dell'economia. Ne è convinto Enguerrand Artaz, gestore de La Financière de l’Échiquier, osservando i toni della Federal Reserve che restano restrittivi nonostante i dati economici statunitensi possano far propendere per una maggiore flessibilità in politica monetaria.

FED DETERMINATA NELLA POLITICA MONETARIA RESTRITTIVA


“Ad agosto l'inflazione PCE - l'indice dei prezzi sotto più stretta osservazione della Fed - ha confermato un forte rallentamento mentre l'indice PMI dell’ISM ha rivelato una netta contrazione della domanda di servizi. I dati sull'occupazione, seppure piuttosto contraddittori tra una pubblicazione e l'altra, delineano un quadro di riequilibrio del mercato del lavoro e una sempre minore inflazione salariale. Eppure, quasi tutti i membri della Fed continuano a sostenere la necessità di mantenere i tassi di riferimento a un livello elevato per un periodo prolungato”, spiega il manager de La Financière de l’Échiquier.

L’ATTEGGIAMENTO “HIGHER FOR LONGER”


L’atteggiamento "higher for longer” è condiviso persino dal presidente della Fed di Atlanta, considerato tra i membri molto “dovish” della banca centrale USA, secondo il quale è ipotizzabile un solo taglio dei tassi nel 2024. Non solo, anche Janet Yellen, a capo della Fed fino al 2018 e ora Segretario al Tesoro, ha dichiarato che i consumi delle famiglie resteranno solidi: peccato che solo pochi giorni dopo c’è stata la revisione dei dati del PIL del 2° trimestre, che ha mostrato un contributo dimezzato dei consumi rispetto alle attese.

DUE POSSIBILI SPIEGAZIONI


Artaz, ipotizza due possibili spiegazioni per questo apparente scollamento tra la posizione della Fed e l’andamento congiunturale dell'economia. “In primo luogo, non si può escludere che la Fed abbia bisogno di tempo prima di riconoscere la realtà economica” riferisce il manager. D’altra parte, argomenta  Artaz, non va dimenticato quanto accaduto nell’estate 2021, quando molti economisti indicavano i segnali di un’inflazione duratura. La Fed, allora, si dichiarava fermamente convinta che l'aumento dei prezzi fosse solo "transitorio" e non richiedesse alcun cambiamento nella politica monetaria.

PIU’ TEMPO PER COMPRENDERE GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA REALE


Salvo però ammettere, qualche mese dopo, che non si trattava più di inflazione "transitoria" annunciando, una volta preso atto che la corsa dei prezzi al consumo fosse persistente, un rialzo dei tassi. Come allora, anche stavolta la Fed potrebbe aspettare prima di riconoscere la realtà di un fenomeno disinflazionistico rapido, di un rallentamento dei consumi e di un allentamento del mercato del lavoro. In parallelo, e siamo alla seconda ipotesi del gestore de La Financière de l’Échiquier, è probabile che la Fed stia perseguendo un altro obiettivo.

CANCELLARE GLI ECCESSI DELLO STIMOLO FISCALE DELLA PANDEMIA


“La pandemia da Covid ha determinato una situazione paradossale e squilibrata nell'economia statunitense. L'eccessivo stimolo fiscale ha fatto sentire i suo effetti positivi sull’economia fino al 2023 mantenendo in vita aziende fatiscenti che contribuiscono ad alimentare una situazione più tesa del normale sul mercato del lavoro e a un'allocazione inefficiente del capitale” fa notare Artaz. La Fed ha tutto l’interesse a ristabilire l'equilibrio e finire di cancellare gli eccessi legati alla pandemia, e per farlo può pensare di far fallire queste aziende, mantenendo alti i tassi e peggiorando così le loro difficoltà di rifinanziamento. “Si tratta di un obiettivo che - per ovvie ragioni - non si può dichiarare apertamente ma che potrebbe spiegare l'apparente cecità della Federal Reserve statunitense, sebbene non sia una buona notizia per i mercati degli asset a rischio” conclude il gestore de La Financière de l’Échiquier.
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