Contatti

Politica monetaria

Perché Columbia Threadneedle prevede forti tagli dei tassi di interesse nel 2024

Alla luce delle potenti forze disinflazionistiche attualmente in atto, l'aumento dei prezzi potrebbe ridursi più rapidamente delle attese e indurre le banche centrali a invertire le politiche monetarie

di Leo Campagna 4 Ottobre 2023 07:55
financialounge -  BCE Columbia Threadneedle Investments Federal Reserve mercati

Secondo le recenti dichiarazioni delle banche centrali i tassi di interesse dovrebbero rimanere alti per un periodo prolungato. I toni dei banchieri centrali sono rimasti orientati su politiche monetarie restrittive anche quando, come nel caso della Federal Reserve statunitense e della Banca d’Inghilterra, nelle ultime riunioni hanno mantenuto i tassi fermi, ammettendo di fatto che i tassi ufficiali sono ormai vicini al loro picco.

POSSIBILI FORTI TAGLI DEI TASSI NEL 2024


Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, nel Weekly market outlook si dichiara più ottimista sulle prospettive dei tassi d'interesse rispetto alle banche centrali e prevede forti tagli dei tassi nel 2024. “Se è vero che, come sostengono alcuni osservatori, le banche centrali potrebbero aver tardato ad apprezzare la portata delle pressioni inflazionistiche reputandole transitorie, ora l’aspetto importante è che si rendano conto della potenza delle forze disinflazionistiche in atto e che agiscano di conseguenza” sottolinea il manager.

PREZZI DELLE MATERIE PRIME IN CALO


Tra queste forze, la più evidente è rappresentata dai prezzi delle materie prime che, in base all'indice Bloomberg, sono scesi del 24% dal picco dello scorso giugno, dopo essere raddoppiati dai minimi della primavera 2020. “Nonostante i recenti aumenti del prezzo del petrolio, l'indice è ancora in calo nel suo complesso. E’ vero che le banche centrali guardano soprattutto all’inflazione di base, che esclude i prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia, ma è indiscutibile che le dinamiche delle commodity hanno implicazioni significative sui prezzi dei trasporti e dei ristoranti” commenta il manager di Columbia Threadneedle.

COSA RIVELA IL MERCATO DEL LAVORO


In parallelo, le contrattazioni salariali tendono a dipendere più dall'inflazione globale che da quella di fondo e la spirale dei prezzi salariali sta ora agendo al contrario, in particolare negli Stati Uniti “E qui entra in gioco anche il mercato del lavoro. La fine delle restrizioni della pandemia ha determinato una grave carenza di manodopera in tutti i paesi sviluppati che, a cascata, ha spinto l'inflazione dei salari nominali.. Ma ora, mentre il tasso di occupazione è ancora in aumento nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in gran parte dell'Europa, il suo ritmo sta rallentando” riferisce Bell.

UN AUMENTO SIGNIFICATIVO DELLA DISOCCUPAZIONE ENTRO FINE ANNO


Il tutto mentre le persone stanno rientrando nella forza lavoro e l'immigrazione sta riprendendo quota. “Nel Regno Unito, l'offerta di lavoro sta aumentando dell'1-1,5% all'anno, trainata dai lavoratori non nati nel Regno Unito. Un tasso di incremento che negli Stati Uniti è ancora più rapido. Per quanto le percentuali possano sembrare minime sono sufficienti a determinare un aumento significativo della disoccupazione che dovrebbe essere evidente entro la fine dell'anno” spiega il Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle.

TAGLI DEL 2% DEI TASSI NEL 2024 NEGLI USA E NEL REGNO UNITO


Secondo Bell, queste dinamiche si intrecciano con un contesto positivo, caratterizzato dalla fiducia che le banche centrali possano riuscire a riportare il carovita verso l'obiettivo, nonostante i livelli attuali. “Le aspettative di inflazione” tiene a precisare Bell “ sono ancora ben ancorate, il che renderà il processo disinflazionistico più rapido e meno doloroso. La Federal Reserve dovrebbe iniziare a ridurre i tassi di interesse all'inizio del 2024, seguita a breve distanza dalla Banca d'Inghilterra, mentre la BCE si unirà a queste un poco più tardi, anche se la tempistica precisa dipenderà dai dati. I tagli nel 2024 dovrebbero essere prossimi al 2% nel Stati Uniti e nel Regno Unito, e un po’  meno quelli deliberati dalla BCE”.
Share:
Trending