Contatti

Titoli di Stato

Rating debito italiano, rischio di taglio da parte delle agenzie S&P e Moody’s?

Tra il 20 ottobre e il primo dicembre cinque agenzie di rating si pronunceranno sul debito italiano. Il rischio è di finire nella categoria “junk”, occhi puntati su S&P e soprattutto su Moody’s

di Antonio Cardarelli 2 Ottobre 2023 14:31
financialounge -  debito italiano mercati rating

Con l’aumento dei rendimenti governativi e l’allargamento dello spread tra Btp e Bund tedeschi, l’attenzione sul debito pubblico italiano è tornata a crescere. Il differenziale con i titoli di Stato tedeschi ha toccato quota 200 punti, per poi rientrare verso i 190. Ma con la manovra finanziaria alle porte e conti pubblici sempre più appesantiti dal debito, il giudizio delle agenzie di rating diventa una tappa fondamentale.

IL CALENDARIO DELLE AGENZIE DI RATING


“Il dialogo con le agenzie è costante. E se hanno letto la Nadef senza pregiudizi, al contrario di qualcuno, allora siamo tranquilli”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ma in vista dei giudizi delle agenzie di rating in molti ambienti sta crescendo la preoccupazione. Il calendario è già noto: 20 ottobre quella Standard & Poor’s, 27 ottobre Dbrs, 10 novembre Fitch, 17 novembre Moody’s, il primo dicembre Scope Rating. Quaranta giorni intensi per il governo, che proprio in queste settimane sta collocando grandi quantità di obbligazioni, tra cui i Btp Valore in fase di emissione.

OCCHI PUNTATI SU MOODY’S


Il rischio è che le agenzie di rating possano declassare il debito italiano nella categoria “junk”, cosa che impedirebbe ai più importanti investitori istituzionali (fondi pensione in primis) di comprare obbligazioni governative italiane. Il debito italiano, va ricordato, attualmente è nella maggior parte dei casi solamente a un passo dal “junk”, quindi basterebbe un solo declassamento per finirci. Se dalle altre agenzie non si aspettano sorprese negative, il giudizio che al Mef si teme di più è quello di Moody’s, che lo scorso maggio – pur confermando la classificazione Baa3 – aveva sottolineato i problemi derivanti dal debito in aumento e dalla crescita debole dell’Italia.
Share:
Trending