Scenari economici

AllianzGI: timori stagflazione ingiustificati, ma meglio rimanere prudenti

Il weekly outlook di Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, prevede una minor crescita globale nel 2022 causa crisi ucraina e banche centrali costrette a contrastare l’inflazione

di Virgilio Chelli 13 Marzo 2022 09:30
financialounge -  AllianzGI Hans-Jörg Naumer Morning News stagflazione

L’attacco russo all’Ucraina avrà ripercussioni di vasta portata per l’economia europea e globale e per i mercati finanziari. Alcuni osservatori mettono già in guardia sulla “stagflazione”, termine che riporta alla mente i primi anni ‘70, quando gli elevati prezzi del petrolio contribuirono a far salire l’inflazione e a frenare la crescita, ed è una delle ragioni per cui la crisi ucraina ha creato tanto nervosismo sui mercati. Anche se è presto per valutare i possibili impatti, secondo il weekly outlook di Allianz Global Investors a cura di Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, sembra probabile che una prima reazione riguarderà la revisione al ribasso del consensus sulla crescita globale nel 2022.

CRESCITA EUROPEA PIÙ IMPATTATA


Naumer ritiene che la revisione al ribasso più decisa dovrebbe riguardare l’Europa, e si potrebbe anche assistere a una revisione al rialzo delle attese d’inflazione di un altro punto percentuale rispetto a livelli già elevati, data l’impennata dei prezzi delle materie prime. A febbraio la crescita globale aveva perso già slancio, e i dati globali misurati dal “Macro Breadth Index” di AllianzGI hanno evidenziato una flessione in sette degli scorsi otto mesi. La variante Omicron è certamente tra i principali responsabili ma ora la situazione pandemica sembra più incoraggiante e i progressi sul Covid dovrebbero offrire un po’ di sollievo.

BANCHE CENTRALI COSTRETTE A AFFRONTARE L’INFLAZIONE


Indipendentemente dai recenti sviluppi geopolitici, secondo l’esperto di AllianzGI le banche centrali non possono più permettersi di non affrontare l’inflazione, come emerso chiaramente dall’ultimo Consiglio direttivo della Bce. Dopo che a febbraio la Presidente Christine Lagarde aveva adottato toni da “falco”, la Bce ha ribadito la dipendenza dai dati delle decisioni monetarie e ha confermato di voler normalizzare la politica nel prossimo futuro. Non è esclusa la conclusione degli acquisti netti del Programma di acquisto di asset in autunno e un primo rialzo dei tassi potrebbe arrivare verso fine anno o a inizio 2023.

FED VERSO LA STRETTA, SOLO MENO AGGRESSIVA


L’attenzione resta focalizzata sulla politica monetaria, con la riunione del Federal Open Market Committee della Fed in arrivo. AllianzGI conferma comunque lo scenario di base secondo cui la Fed avvierà l’inasprimento in questa occasione e il “quantitative tightening” dal terzo trimestre 2022. Gli operatori sono sempre più convinti che le autorità monetarie opteranno per una linea più accomodante, ma un aumento della liquidità dalle banche centrali non implica una riduzione dell’incertezza. Nel contesto attuale, osserva Naumer, la politica monetaria risulta incapace di dare slancio alla crescita, mentre maggiori iniezioni di liquidità potrebbero alimentare l’inflazione. Al momento la politica fiscale sembra l’opzione migliore, ma potrebbe comunque incrementare le pressioni inflazionistiche.

TOCCA ALLA POLITICA FISCALE


L’esperto di AllianzGI ricorda che secondo il Fondo monetario internazionale nel 2021 la politica fiscale è divenuta neutrale nei Paesi avanzati e restrittiva nelle aree emergenti. In ogni caso, l’aumento della spesa per sicurezza e difesa sulla scia dei recenti eventi geopolitici rappresenterà uno stimolo per diversi Paesi negli anni a venire, pur non riuscendo a sostenere davvero la produttività e il potenziale di crescita. Molti Paesi, in primo luogo la Cina, hanno già dichiarato di voler attuare misure fiscali supplementari per stabilizzare la crescita.

NESSUNA STAGFLAZIONE MA CONTESTO DIFFICILE


L’attività economica si conferma solida, e secondo Naumer i timori di stagflazione sembrano immotivati. L’invasione dell’Ucraina rallenterà l’espansione, ma in generale il sentiero di crescita appare ad AllianzGI ancora superiore al potenziale. Ma l’instabilità geopolitica, la maggior incertezza, l’inflazione elevata e persistente, il rallentamento della crescita e banche centrali chiaramente “dietro la curva”, creano un contesto difficile per gli investitori. In linea generale, per il momento è ragionevole mantenere una certa cautela in relazione agli asset rischiosi.
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