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Antonio Anniballe

GAM: coronavirus, le banche centrali possono garantire una rete di protezione per i mercati

I dati in aumento della diffusione del coronavirus al di fuori della Cina spaventano i mercati. Antonio Anniballe (GAM Italia SGR) fa il punto della situazione, ricordando il concetto TINA (there is no alternative), ovvero l’assenza di alternative convincenti ai rendimenti azionari

di Leo Campagna 28 Febbraio 2020 17:00
financialounge -  Antonio Anniballe banche centrali coronavirus GAM

Il contagio da coronavirus all’Europa, con i primi significativi focolai nel Nord Italia, ha preso in contropiede la maggior parte degli investitori. Il consenso di mercato, infatti, poggiava sulla convinzione che l’epidemia fosse limitata a Cina e area asiatica: un evento che, per quanto molto rilevante, sembrava potenzialmente circoscritto rispetto ad uno di portata globale.

EFFETTO INVASIVO SU CONSUMI E ATTIVITÀ PRODUTTIVE


Quanto visto in questa settimana in Italia replica sostanzialmente quanto già sperimentato a gennaio in Cina con aree isolate, eventi cancellati e appelli delle autorità a limitare spostamenti e contatti. “Si è potuto constatare come possa risultare invasivo l’effetto del virus sulla vita delle persone e, di conseguenza, anche su consumi e attività produttive” fa sapere Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR.

DIFFICILE STIMA DELLA DURATA DELL’EPIDEMIA


Il timore degli investitori non è tanto sulla reale pericolosità del virus, che riguarderebbe un numero limitato di casi, quanto piuttosto la difficile stima della durata dell’epidemia e degli impatti sull’economia a livello globale. “E’ probabile che la crescita globale possa essere condizionata dal virus in varia misura nel primo semestre. Questo potrebbe ripercuotersi inevitabilmente anche sui risultati aziendali” specifica Anniballe.

I FATTORI TECNICI E FONDAMENTALI CHE FRENANO I MERCATI


A questo proposito, l’esperto analizza le forze in campo che potranno determinare i prossimi andamenti del mercato. Nel breve termine è probabile che alcuni fattori tecnici (posizionamento degli operatori e degli hedge fund, le vendite sistematiche dei CTA, i fondi che puntano a ricavare una performance costante a partire dalle tendenze rilevate sui mercati finanziari) e altri fondamentali (valutazioni non a buon mercato, possibili revisioni al ribasso degli utili) possano sostenere nelle prossime settimane la volatilità. Ciò a maggior ragione in vista del Super Tuesday del 3 marzo, in cui potrebbe delinearsi – nelle primarie democratiche – la candidatura di Sanders, notoriamente inviso agli ambienti di mercato.

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LA RETE DI SUPPORTO GARANTITA DALLE BANCHE CENTRALI


“D’altro canto se, in base alle previsioni, l’effetto del virus risulterà transitorio, i precedenti insegnano che nel medio termine i riflessi sui mercati saranno limitati” precisa Anniballe. Secondo il quale è molto probabile che le banche centrali (in prima battuta la Fed) possano garantire, come accaduto per la guerra dei dazi, una ulteriore rete di protezione alle quotazioni. “Proprio questi interventi dovrebbero mantenere i rendimenti obbligazionari ai minimi storici e preservare il più importante fra i fattori di supporto del mercato: il TINA (there is no alternative), ovvero l’assenza di alternative convincenti ai rendimenti azionari” conclude Anniballe.
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