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I tagli di GM segnalano recessione? Non proprio, anzi…

I tagli di migliaia di posti secondo alcuni segnalerebbero economia in indebolimento. Ma per altri invece gli acquisti di auto vanno alla grande solo che General Motors non offre i prodotti che vuole il mercato.

27 Novembre 2018 14:21

General Motors annuncia quasi 15.000 licenziamenti e la chiusura di ben 7 impianti in Nord America per ridurre i costi di 4,5 miliardi di dollari e il Wall Street Journal in prima pagina scrive che potrebbe essere un nuovo segno di rallentamento dell’economia USA se non addirittura di una recessione in arrivo.

EDILIZIA E PETROLIO


Per sostenere la sua tesi il giornale di Wall Street mette insieme la notizia dei tagli del produttore di automobili con il settore dell’edilizia abitativa in rallentamento, il calo dei prezzi del petrolio che sta colpendo le economie di Texas e Nord Dakota mentre la produzione è andata in contrazione in Giappone e Germania nel terzo trimestre e la Cina rallenta. Wall Street sembra pensarla un po’ diversamente visto che ha salutato l’annuncio dei tagli con un rialzo di quasi il 5% del titolo GM. Ma c’è chi la pensa in modo diametralmente opposto e vede nel caso GM l’indicazione di un mercato dell’auto in piena salute negli Stati Uniti.

IL SEGMENTO CHE TIRA SONO I LIGHT TRUCK


Su Seeking Alpha David I. Templeton di Horan Capital Advisors giunge alla conclusione opposta dopo un’accurata analisi ricca di dati sulle vendite di autoveicoli negli Stati Uniti. Templeton parte dalla divergenza riscontrata tra l’evoluzione delle vendite di auto di minori dimensioni rispetto a quelle di ‘light truck’, vale a dire furgoni, SUV e simili, verso i quali si è rivolto il maggior interesse dei consumatori a partire dal 2014, forse anche spinto, aggiungiamo noi, dal calo del prezzo del petrolio iniziato proprio nella seconda metà di quell’anno. Questo vuol dire, argomenta Templeton, che con la sua mossa GM sta cercando di rispondere alle forze di mercato per focalizzarsi meglio in futuro proprio sul segmento dei light truck.

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IL CONSUMATORE USA È DISPOSTO A SPENDERE DI PIÙ


In termini di Personal Consumption Expenditures il tasso combinato di vendite di auto e light truck si è ormai riportato sopra i picchi toccati pre-crisi nel 2000 e nel 2007, mentre lo stesso indicatore riferito al solo segmento di SUV, furgoncini, pulmini etc. ha una dinamica di crescita più accentuata, al contrario di quella delle automobili tradizionali, come si vede nel grafico.

[caption id="attachment_132604" align="alignnone" width="500"]Vendite di "light truck" e auto (Fonte: Thomson Reuters Datastream, HORAN Capital Advisor) Vendite di "light truck" e auto (Fonte: Thomson Reuters Datastream, HORAN Capital Advisor)[/caption]

Il grafico mostra anche un’altra cosa interessante, ed è la mancanza di ogni correlazione tra il trend attuale delle vendite di auto e l’arrivo di una recessione, almeno nel raffronto con le ultime due. Anzi è il contrario, I light truck costano di più delle auto normali, e il fatto che siano comprati di più indica una fiducia abbastanza forte dei consumatori nella solidità della propria posizione finanzaria, e quindi nella tenuta e nella crescita dell’economia.
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