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Fiducia degli investitori, il 2018 è iniziato con il vento in poppa in Europa

A gennaio la fiducia degli investitori mostra un aumento di 6,4 punti grazie allo slancio in Europa e all’ottima partenza dell’azionario globale.

1 Febbraio 2018 09:45
financialounge -  Europa fiducia investitori mercati azionari State Street Investor Confidence Index

Lo State Street Investor Confidence Index (ICI), l’indice messo a punto per misurare la fiducia degli investitori istituzionali in tutto il mondo, a gennaio segna un balzo di 6,4 punti rispetto a dicembre, portandosi a quota 102,1 punti. Non solo, nel primo mese del 2018 gli investitori di tutte le macro regioni mondiali hanno evidenziato uno slancio alla propensione per il rischio: l’indice ICI europeo è balzato di ben 16 punti (salendo dai 97,4 punti di dicembre ai 113,4 punti di gennaio), l’ICI asiatico ha registrato un rialzo di 6,1 punti (portandosi a 100,8 punti), mentre l’ICI nordamericano ha messo a segno un +1,7 punti, (attestandosi a quota 97,2 punti). Va ricordato che la soglia dei 100 punti dell’indice segna il confine tra una propensione al rischio da parte degli investitori istituzionali intervistati (per valori superiori a 100) ovvero una inclinazione alla prudenza (per valori dell’indice inferiori a 100).

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Secondo gli analisti l’ottima partenza delle borse nel primo mese del 2018 ha influito positivamente sul sentiment degli investitori in tutto il mondo, mentre la ripresa economica solida in Europa ha fornito il carburante aggiuntivo per la fiducia degli investitori del Vecchio Continente.

Infatti, l’azionario globale ha registrato il migliore inizio di un nuovo anno da tre decenni a questa parte con gli indici delle principali piazze finanziarie (in particolare Wall Street e Francoforte) che stanno fissando i massimi storici, mentre le previsioni sugli utili sono in aumento e le sorprese positive sugli utili hanno superato le delusioni sui mercati globali.

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In Europa, invece, dopo due anni di moderata propensione al rischio, l’entusiasmo sembra ritornato grazie soprattutto al miglioramento della crescita economica europea, alla riduzione delle incertezze politiche e alle politiche ancora sostanzialmente espansive da parte della Banca Centrale Europea.
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