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Idee di investimento – Obbligazioni – 02 ottobre 2017

2 Ottobre 2017 10:00
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“L’incertezza sul prossimo governo tedesco, e in particolare sulla sua posizione su una possibile ulteriore integrazione europea, potrebbe pesare sull’euro. Inoltre, si potrebbe allargare lo spread tra il Bund e i titoli di Stato dei pesi periferici europei. Tuttavia, ci aspettiamo che l’impatto sia abbastanza contenuto” ha tenuto a specificare nell’articolo “Elezioni tedesche, tempi più difficili per l’Europa” Christophe Bernard, Chief Strategist Vontobel Asset Management.

Insomma, affiorano diverse incertezza che sconsigliano scommesse direzionali, a cominciare dai mercati obbligazionari che da anni sono sostenuti artificialmente dalle banche centrali. “Secondo i calcoli di Bank of America, circa 51mila miliardi di dollari sono a rischio nel caso di un improvviso balzo all’insù della volatilità sui tassi. Se il mercato cominciasse a prezzare l’abbandono delle politiche accomodanti, la volatilità aumenterebbe rapidamente, come sperimentato nel 2013” puntualizza nell’articolo “Enigma inflazione, le implicazioni sulla componente obbligazionaria del portafoglio” Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR secondo il quale anche la componente obbligazionaria del portafoglio deve essere opportunamente e ampiamente diversificata, meglio se con strumenti decorrelati, strategie absolute return e relative value.

Martyn Hole, Investment Specialist di Capital Group si sente però di fare una raccomandazione: non abbandonate le obbligazioni. “Se è vero, da un lato, che l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe effettivamente influire sui prezzi di alcune obbligazioni nel breve termine, è anche vero che le obbligazioni continueranno sicuramente a giocare un ruolo importante in un portafoglio diversificato” puntualizza nell’articolo “Investimenti, perché non bisogna abbandonare le obbligazioni” Martyn Hole che ricorda come le obbligazioni possano limitare la volatilità, conservare il capitale (se la scelta dell’emittente è oculata) e fornire all’investitore un reddito corrente o comunque una somma relativamente certa in un dato momento futuro. “Nel lungo termine, i tassi più elevati potrebbero risultare vantaggiosi per gli investitori obbligazionari. Quando le obbligazioni vengono vendute o raggiungono la scadenza, i proventi possono essere reinvestiti in obbligazioni con una cedola più elevata, il che può controbilanciare l’impatto dei cali dei prezzi” specifica inoltre Martyn Hole.

A proposito di cedole, il dollaro debole favorisce i paesi emergenti, in particolare quelli in grado di operare un taglio dei tassi d’interesse. “Sull’obbligazionario – ha spiegato nell’articolo “Debito emergente e high yield: occasioni da cogliere” Maria Paola Toschi, Market Strategist di JP Morgan Asset Management – vediamo un mercato ancora relativamente positivo poiché il tema dell’inflazione non è ancora emerso con chiarezza. La chiave sta nella diversificazione delle strategie che permette di cogliere le occasioni più interessanti nell’obbligazionario. Rientrano in questo ambito il debito emergente, soprattutto quello dei paesi con banche centrali in grado di abbassare i tassi d’interesse, ai bond investment grade e agli high yield. Questi ultimi, in particolare, sono sostenuti da fondamentali come il miglioramento della redditività aziendale”.

ll debito societario dei mercati emergenti potrebbe offrire pertanto agli investitori una fonte di rendimento di qualità elevata rispetto ad altri settori obbligazionari. “Inoltre, ha una minore esposizione al rischio legato alla duration (e quindi al rischio di rialzo dei tassi di mercato) rispetto al debito sovrano”, sottolineano nell’articolo “Debito societario emergente, una potenziale fonte di rendimento di elevata qualità” gli esperti Goldman Sachs Asset Management (GSAM), che ritengono questa classe di attivi interessante sia per diversificare allocazioni esistenti nel credito societario, sia a completamento di un’esistente esposizione ai titoli di stato dei mercati emergenti. “Nel medio-lungo termine, riteniamo che le società di queste aree geografiche possano trarre beneficio da una transizione del potenziale economico dai mercati sviluppati verso i Mercati Emergenti”, spiegano i professionisti di GSAM, che fanno inoltre presente un altro aspetto di rilievo: “Oltre il 60% del debito societario dei Mercati Emergenti ha un rating investment grade, dato che potrebbe sembrare sorprendente per chi presuppone che l’investimento in tale settore richieda un compromesso rispetto alla qualità creditizia”.

Mantengono invece una posizione difensiva sul debito europeo Jeffrey Rosenberg, Chief Fixed Income Strategist, BlackRock Investment Institute, Joe Di Censo, Portfolio Manager, BlackRock’s Global Fixed Income Group, e Michael Krautzberger, Head of BlackRock’s Pan-European Fixed Income Team. “Gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato) delle obbligazioni societarie e i bassi rendimenti dei governativi evidenziano un valore assoluto limitato nel credito. Manteniamo anche posizioni difensive in Svezia e nell’Europa orientale. Un’eccezione alla nostra posizione difensiva è l’esposizione al debito finanziario subordinato, sulla scia delle riforme bancarie e del miglioramento del capitale degli istituti di credito che rafforzano questo tema d’investimento” spiegano nell’articolo “Scelte obbligazionarie, perché privilegiare una posizione difensiva” i tre manager che poi concludono parlando delle obbligazioni core: “Vediamo i principali rischi delinearsi in funzione dei tassi che tendono a salire. Al contempo, però, sottolineiamo il potenziale di sorprese negative per le attività a rischio che sostiene la scelta di preservare una certa quota di portafoglio per la diversificazione a favore dei titoli core”.

Infine per coloro che sono interessati a costruire dei portafogli che, almeno sulla carta, siano più idonei a proteggerli da eventi particolarmente negativi sul mercato il consiglio è quello di ridurre la correlazione tra le varie asset class. “Cosa che non significa costringere i nostri investitori a rinunciare alle opportunità, ma costruire con abilità e conoscenza il giusto incastro tra azioni, obbligazioni e attività reali. Magari sfruttando asset come l’obbligazionario dell’India che offre rendimenti elevati ed è poco correlato con altri titoli” specifica nell’articolo “Mix intelligente con un “pizzico” di India per proteggersi dalla correlazione” Luca Tobagi, Investment Director di Invesco in Italia.
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