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Andrea Iannelli

Dati rassicuranti dall’analisi dei precedenti cicli di rialzo dei tassi USA

Gli effetti di precedenti rialzi sono stati positivi per i mercati Usa, ma per Fidelity International alcune specificità dello scenario attuale suggeriscono un approccio cauto.

15 Dicembre 2016 11:52
financialounge -  Andrea Iannelli Fidelity International mercati obbligazionari Nick Peters tassi di interesse USA

Un rialzo scontato quello dei tassi d’interesse ufficiali USA deciso mercoledì da Janet Yellen, il presidente della Federal Reserve, il cammino verso la “normalizzazione” dei tassi compie un altro passo in avanti, la previsione è di arrivare fino a tre aumenti nel 2017, rispetto ai due indicati nella riunione di settembre, ma più che il loro numero, conterà l’entità dei rialzi.

Occorre però adattare i portafogli a questo nuovo scenario. Gli analisti di Fidelity International hanno analizzato cosa è accaduto sui mercati finanziari USA in occasione degli ultimi cinque cicli di rialzo dei tassi e ciò che emerge da questo studio è che gli effetti sono stati mediamente positivi per le classi di attivo più dinamiche.

L’indice azionario S&P500 ha fatto registrare in media un aumento del 13,5%, le obbligazioni ad alto rendimento hanno ottenuto un rendimento medio del 7,3% e anche i titoli di Stato, i Treasury, mostrano registrare rendimenti complessivi positivi del 2,1%, ma il dato scende allo 0,1%, se dal calcolo si esclude la performance ottenuta durante il ciclo del 1997, un periodo decisamente anomalo, in quanto costituito da un unico aumento di 25 punti base.

I dati storici sono incoraggianti ma, osservano in Fidelity, occorre valutare anche lo scenario in cui ci troviamo: le politiche di allentamento monetario, i massicci acquisti di titoli da parte delle banche centrali, hanno favorito l’aumento dei prezzi dei diversi asset e si rende necessaria, quindi, una maggiore cautela.

Per quanto riguarda il comparto del reddito fisso, il mercato scontava già un rialzo dei tassi e per Andrea Iannelli, Investment Director Obbligazionario di Fidelity International, le prospettive sono ancora favorevoli, nonostante un aumento dei tassi di interesse sia per definizione un evento avverso per le obbligazioni: “Se il programma di inasprimento della politica monetaria procederà a ritmo sufficientemente lento, consentirà comunque alla componente cedolare il tempo per compensarne gli effetti”.

Per il prossimo anno, Iannelli vede delinearsi, anche alla luce del programma del nuovo presidente USA, un contesto favorevole al credito, sia di elevata qualità che ad alto rendimento, ma caratterizzato da una volatilità ancora elevata. Per affrontare questo mercato sarà quindi opportuno adottare stili di gestione molto attivi, in grado di adattare la duration, la durata finanziaria del portafoglio a possibili, repentini irripidimenti o appiattimenti della curva dei tassi.

“Un approccio attivo e opportunistico potrà risultare molto utile sia a preservare il capitale che a sfruttare al meglio le opportunità d’investimento più interessanti che si presenteranno nei mesi a venire”.

Nick Peters, gestore della gamma di fondi multiasset globali di Fidelity International, è dell’opinione che la situazione finanziaria Usa abbia in realtà subito un inasprimento già prima della decisione di rialzare i tassi, il dollaro si è apprezzato e i rendimenti dei Treasury decennali sono tornati ai livelli di inizio 2016. L'economia ha ancora livelli di crescita discreti, ma siamo lontani dallo scenario degli anni novanta, quando i tassi di crescita toccarono il 4% annuo e i titoli del debito USA erano sostenuti da un deficit di bilancio in calo.

Per gli investitori USA il tema degli ultimi mesi è stata la reflazione, l’espansione della domanda ottenuta attraverso un aumento dell’offerta di moneta, accompagnata dai primi segni di ripresa dell'inflazione, e l'elezione di Donald Trump è considerato un fattore a sostegno dell'inflazione, viste le sue intenzioni di aumentare la spesa fiscale e di adottare politiche commerciali più protezionistiche. Nelle ultime settimane, però, sono stati registrati notevoli livelli di volatilità sui Treasury.

“Considerate le prospettive, è opportuno adottare posizioni contrarian, vendendo nelle fasi rialziste e acquistando nei momenti di debolezza”, spiega il gestore. “Nei portafogli che gestisco nelle ultime settimane ho gradualmente ampliato la posizione in Treasury, dove vedo maggior valore, considerato l'aumento dei rendimenti. Sarà inoltre fondamentale per tutti gli investitori riuscire a posizionarsi al meglio in ambito azionario. A nostro avviso, un portafoglio ben bilanciato e gestito attivamente in maniera efficiente potrà infatti mitigare la volatilità, in una fase in cui anche le preferenze di stile, value o growth, possono influenzare le performance”.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Fidelity International

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