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Azionario Europa, perché sì alla Spagna e no alla Svezia

Se l’azionario Europa nel suo insieme resta poco attraente, in Spagna potrebbe esserci una importante svolta politica mentre in Svezia le valutazioni sembrano ora care.

9 Novembre 2016 09:33
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Nei primi 10 mesi di quest’anno l’azionario Europa non ha offerto grandi soddisfazioni agli investitori. Certo, i minimi di febbraio (-15%) sono stati archiviati e anche la sbandata post voto sulla Brexit di giugno (con gli indici in perdita fino a -13%) è stata riassorbita. Resta il fatto che lo Stoxx 600 (il paniere delle 600 società europee quotate in Borsa più importanti) segnava fino a ieri un eloquente -6,8% da inizio anno.

Non tutte le piazze finanziarie europee si sono comportate però allo stesso modo. Francoforte (-0,44%), Parigi (-1,9%), Bruxelles (-3,8%) e Madrid (-3,6%) hanno registrato perdite inferiori alla media mentre Stoccolma (-6,9%), Londra (-8,3%), Zurigo (-9,0%) e, soprattutto, Milano (-19,1%) hanno accusato correzioni superiori. E anche per i prossimi mesi le previsioni sull’azionario Europa non sembrano troppo ottimistiche. Da un lato le stime sugli utili attesi per il 2017 appiano verosimilmente elevate (+12%) mentre sul versante dei rischi politici è bene ricordare che ci saranno le elezioni politiche in Francia e in Germania.

Forse anche alla luce di queste prospettive Pierre Bose, Investment Strategist – Chief Investment Office IWM di Credit Sisse, e Marc Häfliger, Investment Strategist – Chief Investment Office IWM di Credit Suisse, preferiscono mantenere un giudizio complessivo di underperform (performance inferiore alla media di mercato) sulle azioni europee.

Tuttavia, i due manager a livello dei paesi hanno modificato il giudizio sulla Spagna e sulla Svezia: la prima è stata promossa a ‘outperform’ (performance azionario attesa superiore alla media) mentre sulla Svezia ora ipotizzano una underperformance (performance azionario attesa inferiore alla media).

“I cambiamenti di leadership nel Partito socialista spagnolo, che riconoscono la necessità di porre termine all’incertezza nella creazione di un governo, potrebbero imprimere una svolta positiva se dovessero sfociare in un accordo su pacchetti di riforme o incentivi fiscali per sostenere ancora una crescita solida” spiegano i due manager che, al contrario, motivano il giudizio ‘underperformance’ sulla Svezia per le valutazioni meno interessanti, il giudizio negativo sui titoli industriali, e una prudenza sui titoli finanziari Pierre Bose e Marc Häfliger ammettono di aver considerato la possibilità di modificare il giudizio sull’Italia ma che hanno deciso di non farlo per via degli interessanti parametri di valutazione e della possibilità che il referendum possa generare una dinamica positiva.
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