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Idee di investimento – Azioni – 07 novembre 2016

7 Novembre 2016 09:19
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“Negli ultimi tempi le principali banche centrali occidentali (e, più in particolare la Bank of Japan e la BCE) hanno compreso che proseguire con il ribasso dei tassi di interesse produce più implicazioni negative che effetti positivi” fanno sapere gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM) che, nell’articolo “Strategie, cosa fare se finisce la stagione dei tassi sempre più negativi”, segnalano una sottovalutazione delle valute dei paesi emergenti. Anche per questa ragione le asset class emergenti (sia l’azionario che l’obbligazionario) costituiscono, secondo loro, una delle prime scelte per diversificare il portafoglio, a due precise condizioni: dedicargli un orizzonte temporale di medio periodo (almeno tre anni, meglio se cinque) e affidarsi a bravi e consolidati gestori attivi che possano selezionare i paesi e gli emittenti più promettenti.

Dedicare il corretto orizzonte temporale costituisce una delle decisioni basilari per avviare un investimento di successo. Un percorso virtuoso in cui il consulente gioca un ruolo fondamentale. “Il consulente finanziario è un terapeuta economico”, ha sottolineato infatti, nell’articolo “Consulenti finanziari, perché sono dei veri e propri terapeuti economici”, Michele Boldrin, Professore di Economia e Direttore del Dipartimento di Economia alla Washington University di St Louis, Facoltà di Arti & Scienze, secondo il quale è necessario che il consulente finanziario informi il risparmiatore in modo consapevole in un processo di continuo aggiornamento e scambio, che valorizza l’aspetto relazionale.

Tornando alle opportunità sui mercati emergenti, Gérald Moser, Head of Equity Strategy di Credit Suisse, è convinto che l’Asia possa resistere meglio a un eventuale rialzo dei tassi negli USA a dicembre. L’attenzione del manager è rivolta principalmente alle azioni dei mercati emergenti che, nel loro insieme, traggono vantaggio da una ripresa dei prezzi delle materie prime. Entrando nello specifico Gérald Moser predilige la Cina, l’India e la Corea del Sud, a conferma di una preferenza per l’Asia rispetto agli altri mercati emergenti: Gérald Moser. “Ci piace poi l’Australia che beneficia della ripresa dei prezzi delle materie prime e che trae vantaggio dalla sua esposizione verso l’Asia: la Borsa di Zurigo, una piazza finanziaria difensiva, potrebbe invece fornire un riparo qualora il nostro giudizio negativo sulle azioni si manifestasse effettivamente. A livello di settori, infine, privilegiamo quelli che offrono una solida crescita dei ricavi, come la tecnologia e quello sanitario“ specifica, nell’articolo “Azioni, cosa fare se le previsioni sugli utili 2017 saranno riviste al ribasso”, Gérald Moser.

L’Asia emergente rappresenta una regione interessante per investimenti di lungo termine anche per Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist. “In particolare privilegiamo gli asset in Indonesia e in India. I tagli dei tassi in Indonesia supportano maggiori investimenti delle imprese e la spesa dei consumatori, mentre l’India ha attuato riforme chiave per il suo sistema fiscale e relativamente al codice fallimentare” sottolinea Richard Turnill nell’articolo “Asia emergente, ecco le ragioni che ci fanno preferire India e Indonesia”. Secondo lo strategist, il peggioramento del ritmo di crescita degli utili è ormai alle spalle e le prospettive ora sono positive. In parallelo le valute asiatiche si sono stabilizzate quest’anno, e, inoltre, la regione vanta rating relativamente elevati tra tutti i paesi emergenti. Infine, i solidi fondamentali macro economici e la demografia supportano il miglioramento delle prospettive economiche della regione.

Intanto gli operatori di mercato osservano con attenzione l’evoluzione del prezzo del petrolio. Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, nell’articolo “Petrolio, la stabilizzazione del suo prezzo aiuterà i mercati finanziari”, prevede che le quotazioni del petrolio si muovano in un range compreso tra i 50 e i 55 dollari USA nel prossimo futuro, con una buona probabilità di sforare al rialzo questa soglia sul più lungo periodo. “In ogni caso, per i mercati finanziari, la stabilizzazione del prezzo del petrolio a circa 50 dollari USA è un fatto positivo. I paesi esportatori e le relative valute, e il settore petrolifero ne beneficiano in modo significativo” spiega Christophe Bernard che vede impatti anche sull’inflazione: il recupero delle quotazioni dell’olio nero inizia a stimolare l’inflazione primaria in molte regioni, attenuando i timori di deflazione mondiale.

Se i mercati dovessero trovare una certa stabilità, anche il settore bancario europeo, tra i più colpiti dalle vendite sul mercato azionario, potrebbe ritrovare un suo appeal. Per Davide Marchesin, gestore del GAM Star (Lux) – Financials Alpha Fund di GAM, il problema fondamentale per il settore sono i tassi negativi. Secondo il manager, come ha modo di argomentare nell’articolo “Banche europee, un settore da affrontare tramite un approccio selettivo”, i tassi negativi stanno deprimendo la capacità di fare profitti: una implicazione particolarmente dannosa per le banche retail che fondano gran parte del loro business sul finanziamento dei privati. “Tuttavia, nonostante le valutazioni attraenti continuiamo ad essere negativi sul settore bancario in generale. Questo non esclude la possibilità di creare valore tramite la selezione dei titoli all’interno del settore e attraverso il ricorso ai prodotti non direzionali” puntualizza Davide Marchesin.
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