Federal Reserve

Idee di investimento – Obbligazioni – 1 agosto 2016

1 Agosto 2016 09:53
financialounge -  Federal Reserve idee di investimento mercati emergenti mercati obbligazionari mercati valutari strategia di investimento
Nell’attuale contesto di tassi ai minimi storici, le scelte di portafoglio devono trovare equilibrio tra la caccia al reddito e le oscillazioni dei prezzi. Tuttavia, come spiega nell’articolo “Strategie obbligazionarie , miscelare ricerca di rendimento e volatilità” Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, in ogni caso è meglio che i bond vengano messi in valore relativo, con strategie cioè capaci di prendere vantaggio dalle due forze presenti sul mercato, la ricerca di rendimento e la volatilità.

Resta il fatto che è indispensabile individuare le aree di valore ancora presenti nel segmento obbligazionario. Secondo Michael Buchanan, Deputy Chief Investment Officer di Western Asset (Gruppo Legg Mason), per esempio, le obbligazioni societarie di emittenti americani, sia investment grade che high yield, meritano ancora attenzione. A patto tuttavia di concentrarsi sull’analisi dei fondamentali e sulle opportunità di relative value. “Benchè le valutazioni siano migliorate, gli spread (ovvero, l’extra rendimento rispetto ai titoli di stato USA) si mantengono piuttosto elevati rispetto ai livelli storici: il nostro essere molto positivi sui fondamentali, ci induce a considerare che vi sia margine per un’ulteriore riduzione dei differenziali ed una loro riconvergenza verso le medie storiche di settore”, spiega nell’articolo “Credito USA, perché può ancora offrire interessanti opportunità” Michael Buchanan, secondo il quale tale giudizio si applica soprattutto ai settori dell’energia ed a quelli legati alle materie prime in generale. Molte di queste società, infatti, si trovano nella fase di ripresa del credit cycle e le principali difficoltà legate al crollo dei prezzi delle commodities sono già ampiamente scontate dalle attuali valutazioni di mercato.

Un altro segmento interessante è quello delle valute e delle obbligazioni dei paesi in via di sviluppo. Proprio le valute dei paesi emergenti sono quelle che mostrano ancora ampi margini di recupero come spiega nell’articolo “Valute emergenti, adesso sono sottovalutate del 25%” Simon Lue-Fong, Head of Emerging Market Debt di Pictet Am. “In 5 anni le monete dei paesi emergenti hanno lasciato sul terreno tra il 40 e il 50% ma ora sono sottovalutate del 25% in base al nostro modello”. All’inizio di quest’anno si è potuto constatare cosa tutto questo possa significare per gli investitori. Sembra, come spiega Simon Lue-Fong, che in occasione della riunione dello scorso febbraio a Shanghai i ministri delle finanze del G20 abbiano ammesso che le grandi economie mondiali non possono svalutare le rispettive monete in contemporanea. “Una politica che sinora non ha portato a nulla. I mercati hanno accolto con favore il cambio di approccio delle autorità, che ha scatenato un rally delle valute emergenti sino a fine aprile” puntualizza il manager. Ultimamente, la Federal Reserve ha ammorbidito i toni a proposito del possibile rialzo dei tassi americani generando un sollievo per le banche centrali dei Paesi emergenti, che avrebbero avuto difficoltà nel tenere il passo della Fed per conservare il carry positivo (extra rendimento) dei loro asset finanziari rispetto agli USA al fine di attirare investimenti. “Le mosse della Fed sono molto importanti per tutti gli asset rischiosi. Vale la pena ricordare che il debito emergente in valuta locale ha raggiunto il picco a maggio 2013, quando l’allora Presidente Ben Bernanke annunciò che l’istituto era pronto a ridurre il programma di quantitative easing” conclude Simon Lue-Fong.

Infine Monica Defend Head of Global Asset Allocation Research at Pioneer Investments spiega, nell’articolo “Volatilità e instabilità, come affrontare i mercati per i prossimi mesi”, le strategie di portafoglio più indicate per questo instabile e complicato scenario di mercato. “Progressivamente ci siamo posizionati in modo più cauto, diminuendo il rischio di portafoglio e diversificando con scelte relative in grado di aggiungere valore ma con rischiosità contenuta. Riteniamo che gli investitori dovrebbero concentrarsi sulle attività che sono percepite dal mercato come beni rifugio, ad esempio il dollaro USD (vs euro) e i titoli del Tesoro degli Stati Uniti (contro i Bund tedeschi). Anche le valute, che sono state molto reattive durante le turbolenze di mercato e sostenute dalle banche centrali, come ad esempio il franco svizzero e lo yen giapponese, possono essere utilizzate” riferisce Monica Defend per la quale anche l’oro, in questo momento, può rappresentare uno strumento da prendere in considerazione in modo strutturale.
Share:
Trending