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Tassi di interesse negativi, la regola d’oro della diversificazione

5 Aprile 2016 09:56
financialounge -  deflazione diversificazione J.P. Morgan Asset Management tassi di interesse
Con i tassi di interesse in territorio negativo nella zona euro, la ricerca di rendimento per gli investitori diventa sempre più difficile e comporta un approccio globale ai mercati rispettando una regola molto importante, soprattutto in questo contesto: la diversificazione, come unico valido strumento per l’investitore che punta non solo a massimizzare il rendimento, ma anche a controllare il grado di rischio nel portafoglio. Solo così è infatti possibile scegliere tra le varie asset class e tra i mercati alla ricerca di valore e rendimento.

Ad esempio il rendimento del dividendo dell’Indice MSCI Europa è pari a circa il 4% a fronte di un rendimento del Bund decennale limitato allo 0,14% o del Btp di pari scadenza dell’1,225%. Allo stesso modo, aumentando il profilo di rischio, si può allocare una quota del portafoglio in titoli corporate high yield e nel debito dei mercati emergenti. Un esercizio al quale i risparmiatori europei (e italiani) dovranno abituarsi: Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Managemen, ritiene infatti che i tassi negativi potrebbero restare a lungo, soprattutto in Europa, fino a quando le banche centrali dovranno combattere il rischio di deflazione.

“L’introduzione di tassi negativi ha l’obiettivo di aumentare l’efficacia dei meccanismi di transizione della politica monetaria all’economia reale, ad esempio scoraggiando le banche a detenere fondi inattivi presso la banca centrale stessa e forzando le banche a prestare più denaro ad aziende e famiglie” spiega Maria Paola Toschi secondo la quale, tuttavia, un prolungato periodo di tassi negativi potrebbe anche avere degli effetti collaterali negativi.

In primo luogo banche e istituzioni finanziarie continuano a soffrire di un restringimento dei margini e della redditività dovuta proprio a questo contesto di tassi bassi e negativi: non a caso, alcuni mercati e business sono già stati abbandonati proprio a seguito della forte compressione dei margini. Inoltre, fondi pensione e assicurazioni vita fanno sempre più fatica a sostenere i loro modelli di business e stentano a riconoscere i tassi minimi sulle polizze vita. Il nuovo round di TLTRO (Targeted Long Term Refinincing Operations, i finanziamenti a tassi agevolati al sistema bancario da parte della Bce, ndr) punta proprio a supplire in parte a questi inconvenienti in quanto le banche possono finanziarsi a tassi molto contenuti. Inoltre la BCE si impegna a prestare i soldi alle banche a tassi negativi, ovvero a pagare le banche, che aumentano in maniera significativa i propri prestiti.

“Non si può escludere che ciò possa avvenire anche nel mercato dei titoli corporate Investment Grade europei inclusi nell’APP (Asset Purchase Program, il programma di acquisti mensili di titoli obbligazionari sul mercato, ndr) della BCE dal momento che si tratta di mercati meno liquidi e quindi più vulnerabili all’azione della BCE. Gli investitori restano affezionati a questi strumenti, soprattutto perchè sono di elevata qualità e potrebbero continuare a detenerli anche con tassi negativi, ma il risultato è che gli introiti derivanti dagli investimenti sono sempre più risicati e ciò alla lunga potrebbe penalizzare la propensione al consumo” conclude Maria Paola Toschi.
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