Contatti

Christophe Bernard

Perché ora è decisivo ripristinare la fiducia

3 Marzo 2016 10:31
financialounge -  Christophe Bernard Eurozona fiducia materie prime mercati emergenti USA Vontobel
Secondo Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, l’economia mondiale non starebbe scivolando in una recessione. Di conseguenza ha mantenuto un lieve sovrappeso nei mercati azionari e nelle obbligazioni high-yield. Per lo strategit, gli investitori hanno scontato uno scenario troppo pessimistico. Tuttavia, le paure sui mercati finanziari possono contagiare l’economia reale attraverso un inasprimento delle condizioni finanziarie: come, per esempio, tramite un allargamento degli spread del credito e un ribasso dei mercati azionari.

“È perciò essenziale che le autorità monetarie e i decisori politici spezzino il circolo vizioso negativo attraverso misure capaci di ripristinare le prospettive positive: è infatti decisivo ripristinare il clima di fiducia. Pur non prevedendo una recessione, ci aspettiamo che l’economia mondiale continui a risentire dell’eccessivo peso del debito, della sovraccapacità in molti settori e della mancanza di crescita della domanda aggregata. Ciò significa che le banche centrali non avranno altra scelta che mantenere per il momento le loro politiche accomodanti” spiega Christophe Bernard che ha poi separato i fattori che impensieriscono da quelli meno preoccupanti.

Innanzitutto, lo strategist resta convinto che una recessione negli USA sia altamente improbabile. I dati sul mercato del lavoro restano solidi, e l’indice manifatturiero ISM non dovrebbe scendere al di sotto degli attuali livelli (48,2): finora, negli USA, le recessioni hanno sempre coinciso con una flessione di questo parametro al livello di 45 o sotto questa soglia. Inoltre non sono nemmeno all’orizzonte né un rialzo dei prezzi del petrolio e nemmeno un importante rialzo di tassi da parte della Fed, i due elementi che hanno caratterizzato nel passato ogni recessione dell’economia statunitense.

Preoccupa poco Christophe Bernard anche lo stato delle economie emergenti. Secondo lo strategist, il netto deprezzamento della valute locali ha ridotto i deficit delle partite correnti e migliorato la competitività. La situazione è tutt’altro che rosea, ma per Christophe Bernard è già presa in debita considerazione dagli investitori, come dimostrano i massicci esodi dalle attività dei mercati emergenti negli ultimi tre anni. Una stabilizzazione dei prezzi delle commodity dovrebbe contribuire a mitigare i rischi di ribasso rispetto ai livelli attuali.

Preoccupanti sono invece gli attuali sviluppi nell’Eurozona. “Mentre il governo portoghese cerca di fare retromarcia sulle riforme, la Spagna non ha ancora un governo e le prossime elezioni in Irlanda potrebbero finire in un’impasse. In generale la crisi dei migranti e la possibilità reale di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea pongono una minaccia esistenziale al blocco dei 28 paesi” fa presente lo strategist che conclude ricordando che, se finora la crescita economica ha retto, una mancanza di fiducia potrebbe causare gravi danni.
Share:
Trending