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Mercati emergenti, la possibile sorpresa del 2016

3 Dicembre 2015 10:38
financialounge -  Credit Suisse CS (Lux) Absolute Return Bond Fund dollaro Fondi obbligazionari Massimiliano Gnesi mercati emergenti valuta locale
Forse non tutti gli investitori sanno che negli ultimi 10 anni i fondi obbligazionari paesi emergenti sono stati quelli che, dopo gli azionari USA, hanno offerto i migliori rendimenti medi. Da fine novembre 2005 a oggi, infatti, l’indice dei fondi obbligazionari paesi emergenti ha messo a segno un rialzo del +52,8%, preceduto soltanto dall’indice dei fondi fondi azionari USA (+73,7%), piazzandosi davanti all’indice dei fondi azionari globali internazionali (+49,6%), dei fondi azionari Europa (+47,1%) e dei fondi obbligazionari area dollaro (+46,9%).

Tuttavia, se si osserva l’andamento dal maggio 2013, ovvero da quando hanno cominciato a circolare le indiscrezioni circa una possibile riduzione degli acquisti dei titoli obbligazionari in dollari da parte della Fed (il cosiddetto taper tantrum), il rendimento dei fondi obbligazionari paesi emergenti è stato ridimensionato: +3,9% in due anni e mezzo, in 23esima posizione sulle 27 categorie di fondi.

Le cose sono leggermente migliorate quest’anno: dal primo gennaio a oggi, i fondi obbligazionari paesi emergenti segnano infatti un +4,1%, collocandosi in 15esima posizione (su 27 categorie esaminate). E le premesse per il prossimo anno non sono del tutto negative soprattutto se, come molti elementi fanno supporre, il segmento valutario sarà destinato ad essere teatro di importanti movimenti di mercato. Le banche centrali di tutto il mondo, dopo aver ridotto i tassi di interesse (portandoli in molte aree geografiche a zero o, addirittura, sottozero), hanno infatti a disposizione solo le valute come variabile di aggiustamento per agire sulle dinamiche monetarie: come dire che una gestione attiva di portafoglio nelle valute potrà essere in grado di fornire interessanti fonti di alpha (extra rendimento rispetto alle medie del mercato obbligazionario) anche per i prossimi 12 mesi.

“Credo che l’obbligazionario mercati emergenti possa essere la sorpresa del prossimo anno” sostiene infatti Massimiliano Gnesi, gestore del [tooltip-fondi codice_isin="lu1120824179"]CS (Lux) Absolute Return Bond Fund[/tooltip-fondi] di Credit Suisse, che poi aggiunge: “Non c’è dubbio che questa asset class sia stata tra le più penalizzate negli ultimi due anni e mezzo per un insieme di fattori importanti: dal crollo dei prezzi delle commodity alle economie di molti di questi paesi che hanno rallentato o disatteso la crescita attesa, fino al continuo rischio di rialzo dei tassi da parte della Fed. Ma ora che la Fed rialzerà i tassi dello 0,25% a dicembre ma poi procedere con molta gradualità nei prossimi interventi, le economie emergenti si stanno riprendendo e le quotazioni delle materie prime mostrano margini di calo molto inferiori rispetto al passato e potrebbero pertanto stabilizzarsi: credo pertanto che i titoli emergenti possano rappresentare una buona opportunità”.

Massimiliano Gnesi vede con favore sia le emissioni hard currency (in dollari) e, soprattutto, quelle in valuta locale: tramite un’attenta gestione attiva delle valute, il manager è convinto di poter incamerare l’elevato flusso cedolare limitando le implicazioni di un eventuale svalutazione della moneta in cui i bond sono denominati.
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