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Cina, le implicazione della fine della politica del figlio unico

2 Novembre 2015 10:21
financialounge -  cina Craig Botham invecchiamento Schroders
Il quinto Plenum del Comitato centrale cinese ha chiuso i battenti con una svolta: dopo 35 anni viene posta fine alla politica del figlio unico. Una politica che ha avuto pesanti ripercussioni socioeconomiche spingendo Pechino, minacciata dall’invecchiamento della popolazione, a cercare di invertire tale tendenza.

“L’impatto negativo di uno dei tentativi di ingegneria sociale più di successo della storia è già assicurato, con un declino del 3% della popolazione in età lavorativa in Cina tra il 2015 e il 2030, secondo le stime delle Nazioni Unite. Tuttavia, le nostre analisi suggeriscono che tale declino avrà un impatto particolarmente modesto sulla crescita, detraendo tra i 0,1 e i 0,3 punti percentuali all’anno dall’espansione economica nello stesso periodo” fa presente Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, secondo il quale il maggior costo per la Cina è sul bilancio, in quanto il suo indice di dipendenza si aggrava arrivando ai livelli dei Mercati Sviluppati, sebbene i redditi rimangano ai livelli dei Mercati Emergenti: ciò causerà pesanti oneri di bilancio per Pechino non è chiaro come tale questione sarà affrontata.

L’impressione però è che, dopo così tanti anni, ci vorrà tempo affinché la politica del figlio unico possa essere invertita anche perché molti giovani cinesi segnalano come il costo di mantenimento dei figli, in particolare per quanto riguarda l’istruzione, sia una delle barriere maggiori alla possibilità di avere famiglie numerose. Come dire, insomma, che sarà necessario ridurre i costi per il mantenimento dei figli. A tal fine dovranno essere forniti un sistema educativo e servizi per l’infanzia di alta qualità ed economici (preferibilmente, gratuiti), e probabilmente anche una riforma dell’intero sistema del welfare. In particolare, al momento il sistema di registrazione «hukou» limita la possibilità di richiedere l’assistenza sociale al di fuori della loro area di registrazione. Ciò implica che molti migranti delle città devono tornare nel luogo di origine per avere un’istruzione, l’assistenza sanitaria e così via. Ciò aggiunge costi immensi al mantenimento dei bambini e alla stabilizzazione, e sarà un fattore che contribuirà al ritardo della formazione di nuclei familiari.

“Finché tali problemi non saranno affrontati, riteniamo che la fine della politica del figlio unico non produrrà un boom demografico” è la conclusione a cui giunge Craig Botham.
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