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Alex Lyle

Ancora sovrappeso, ma con giudizio, su azioni UK e corporate bond

1 Settembre 2015 09:15
financialounge -  Alex Lyle cina Columbia Threadneedle Investments fondi multi asset mercati azionari Regno Unito Renminbi yuan
"Nei nostri portafogli multi-asset, rimaniamo sovrappesati sulle azioni e sugli immobili commerciali britannici, anche se, a seguito della più ampia rivalutazione delle azioni non accompagnata da una corrispondente crescita degli utili, le nostre prospettive su questa asset class sono meno rosee di quanto non fossero a inizio anno. Come sottolineato nel nostro recente Asset allocation update, abbiamo ridotto la nostra esposizione obbligazionaria portandola da sovrappesata a neutrale, ma continuiamo a prediligere le obbligazioni corporate ai titoli di Stato” rivela Alex Lyle, responsabile fondi gestiti, EMEA, di Columbia Thereadneedle Investments nel suo commento ai mercati di agosto che prende spunto dalla particolare vivacità (leggi volatilità) in un mese che, di solito è piuttosto tranquillo per i mercati azionari in ragione della tradizionale pausa estiva.

“Quest'anno però, dati i molteplici sviluppi macroeconomici e societari che gli operatori hanno dovuto digerire, agosto si sta rivelando tutt'altro che un periodo tranquillo. L'evento forse più significativo è stato la decisione della Cina di svalutare il renminbi, una mossa interpretata da alcuni come un ulteriore sforzo di liberalizzazione dei mercati finanziari da parte delle autorità del paese e da altri come un tentativo di sostenere le deboli esportazioni cinesi” specifica il manager secondo il quale il deprezzamento del renminbi, sebbene abbia una evidenza notevole, va opportunamente contestualizzato: negli ultimi 18 mesi la valuta cinese ha evidenziato un andamento molto vigoroso rispetto ad altre divise asiatiche ed emergenti (la People's Bank of China, PBoC, ha infatti mantenuto stabile il cambio CNY/USD in un contesto di marcato rafforzamento del dollaro). Ciò si è inevitabilmente tradotto in una perdita di competitività dell'export cinese rispetto ad altri mercati, in una fase di netto rallentamento dell'economia del paese.

“A nostro giudizio un deprezzamento del 10% sarebbe superiore a quanto anticipato dai mercati e avrebbe un effetto positivo di sostegno alla crescita economica e ai mercati azionari cinesi nonché, probabilmente, agli asset rischiosi in generale, nonostante la PBoC abbia prontamente smentito le voci di un'ulteriore svalutazione, definendole «assurde». Il vice governatore della banca centrale ha inoltre dichiarato che lo yuan sarà una valuta forte nel lungo periodo e che l'obiettivo della PBoC è un tasso di cambio determinato dal mercato” sottolinea Alex Lyle.

Vale la pena di rammentare che la Cina ha espresso molto chiaramente l'auspicio che il renminbi conquisti lo status di valuta di riserva (si pensi agli sforzi di apertura compiuti dal paese per far entrare la moneta nel paniere di valute dello Special Drawing Rights dell'FMI). Visto in questo contesto, il passaggio verso un tasso di cambio maggiormente determinato dal mercato acquista più senso. Gli effetti della svalutazione sul più lungo termine sono più difficili da prevedere: i deflussi di capitali dalla Cina potrebbero aumentare, il dollaro potrebbe rafforzarsi e, se da un lato la mossa gioverà agli esportatori, dall'altro si tradurrà in costi più elevati per gli importatori del paese. Le società cinesi con spese in dollari USD ma proventi in renminbi (CNY), come ad esempio alcuni titoli internet o del settore dei beni di prima necessità, potrebbero parimenti subire pressioni. A Hong Kong e in altri paesi asiatici ed emergenti legati formalmente o informalmente al dollaro USA, la competitività di beni e servizi è stata erosa dall'intervento cinese.

Altrove, i mercati sviluppati restano concentrati sulle tempistiche e sull'entità del primo rialzo dei tassi statunitensi. Le ultime dichiarazioni della Fed suggeriscono che l'istituto centrale si stia lasciando aperta ogni opzione quanto a un potenziale aumento dei tassi a settembre, benché la svalutazione cinese (e l'eventualità di un nuovo impulso disinflazionistico a livello globale) abbia aggiunto una nuova variabile.

Nel Regno Unito e in Europa i dati economici sono stati nel complesso incoraggianti e il tema della stagione dei risultati del secondo trimestre in Europa è stato il passaggio da "sopravvivenza" a "ripresa". Le attività di fusione e acquisizione rimangono abbondanti nel Regno Unito e contribuiscono a sostenere l'indice FTSE nonostante i persistenti timori sui settori legati alle materie prime e sulla Cina.
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